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Tecnologia

Messaggi Whatsapp: attenti coi messaggi si rischia l’arresto

Published by
Francesco Moscato

Bisogna stare attenti a ciò che si scrive con whatsapp, a ciò che si manda. Il rischio è alto: andiamo a scoprire cosa può succedere

Whatsapp è l’applicazione capace di tenere unita una famiglia, un gruppo di amici per stare in compagnia ed anche per comunicare con colleghi di lavoro. Inviamo messaggi, audio, video e gif anche per poterci divertire un po’.

Emessa una sentenza per i disturbatori-(Foto Canva)-Tuttogratis.it

Dopo alcune novità pronte per whatsapp, come gli avatar, oppure gli stati che potranno essere presentati tramite audio, bisogna un po’ stare accorti a ciò che si trasmette.

Molestie telefoniche, è un reato penale

Dura la sentenza per chi commette reato-(Foto Canva)-Tuttogratis.it

Con whatsapp si passa tanto tempo della nostra giornata e da ora in poi bisogna stare anche attenti ai messaggi che si inviano. Infatti è stata emessa la sentenza 3794 del 22 ottobre 2021 attraverso la Corte di Cassazione che sostiene:

“Chiunque, in un luogo aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516.”

LEGGI ANCHE: WhatsApp a pagamento: ormai è una realtà, non potrai più usarlo gratis 

Inoltre si sottolinea sempre nella sentenza che c’è la possibilità da parte del ricevente di tali messaggi di bloccare il numero dell’interlocutore senza dover disattivare l’apparecchio telefonico o cambiare numero personale.

Interpretazione della molestia telefonica

Non c’è solo la sentenza relativa ai messaggi di whatsapp, ma anche altre, sempre effettuate per mezzi telefonici, con invio di e-mail, ad esempio. Questa sentenza fa parte del rispetto e dei principi di tassatività nell’uso di nuovi mezzi di comunicazione e tecnologie.

Si vuole evidenziare il reato di disturbo e molestie col “mezzo telefono” con l’articolo 660 realizzato attraverso l’utilizzo di sms e messagistica istantanea, in questo caso whatsapp.

LEGGI ANCHE: Whatsapp: la nuova funzione per i messaggi che cambia le chat

Secondo quanto sostiene la corte, il “reato mira a prevenire il turbamento della tranquillità pubblica attuato mediante l’offesa alla quiete privata e non alla libertà di comunicazione del destinatario dell’atto molesto o di disturbo.

Va poi, osservato che il criterio utilizzato per escludere il carattere invasivo della messaggistica istantanea non è dirimente, in quanto con le stesse modalità è possibile evitare la ricezione anche degli sms sgraditi.”

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Francesco Moscato

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