Messaggi Whatsapp: attenti coi messaggi si rischia l’arresto

Bisogna stare attenti a ciò che si scrive con whatsapp, a ciò che si manda. Il rischio è alto: andiamo a scoprire cosa può succedere

Whatsapp è l’applicazione capace di tenere unita una famiglia, un gruppo di amici per stare in compagnia ed anche per comunicare con colleghi di lavoro. Inviamo messaggi, audio, video e gif anche per poterci divertire un po’.

Messaggi rischiosi whatsapp
Emessa una sentenza per i disturbatori-(Foto Canva)-Tuttogratis.it

Dopo alcune novità pronte per whatsapp, come gli avatar, oppure gli stati che potranno essere presentati tramite audio, bisogna un po’ stare accorti a ciò che si trasmette.

Molestie telefoniche, è un reato penale

Messaggi rischiosi whatsapp
Dura la sentenza per chi commette reato-(Foto Canva)-Tuttogratis.it

Con whatsapp si passa tanto tempo della nostra giornata e da ora in poi bisogna stare anche attenti ai messaggi che si inviano. Infatti è stata emessa la sentenza 3794 del 22 ottobre 2021 attraverso la Corte di Cassazione che sostiene:

“Chiunque, in un luogo aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516.”

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Inoltre si sottolinea sempre nella sentenza che c’è la possibilità da parte del ricevente di tali messaggi di bloccare il numero dell’interlocutore senza dover disattivare l’apparecchio telefonico o cambiare numero personale.

Interpretazione della molestia telefonica

Non c’è solo la sentenza relativa ai messaggi di whatsapp, ma anche altre, sempre effettuate per mezzi telefonici, con invio di e-mail, ad esempio. Questa sentenza fa parte del rispetto e dei principi di tassatività nell’uso di nuovi mezzi di comunicazione e tecnologie.

Si vuole evidenziare il reato di disturbo e molestie col “mezzo telefono” con l’articolo 660 realizzato attraverso l’utilizzo di sms e messagistica istantanea, in questo caso whatsapp.

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Secondo quanto sostiene la corte, il “reato mira a prevenire il turbamento della tranquillità pubblica attuato mediante l’offesa alla quiete privata e non alla libertà di comunicazione del destinatario dell’atto molesto o di disturbo.

Va poi, osservato che il criterio utilizzato per escludere il carattere invasivo della messaggistica istantanea non è dirimente, in quanto con le stesse modalità è possibile evitare la ricezione anche degli sms sgraditi.”

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