Se hai un conto o libretto alla Posta accade questo

Se hai un conto o un libretto postale possono chiuderlo e prendersi anche tutti i soldi, ecco come fare per non perdere tutto.

In questi ultimi giorni sta accadendo davvero di tutto a tutti coloro che hanno conti, carte e libretti presso le Poste Italiane.

Non tutti sanno che, in questo periodo, l’azienda sta chiudendo moltissimi conti, carte e libretti anche se all’interno c’è del denaro, ma non solo. Infatti, il saldo viene tolto e poi trasferito al fondo gestito da Consap. Se hai in essere uno strumento finanziario con le Poste Italiane, ti conviene agire immediatamente per non rischiare di perdere tutto. Infatti, anche se possiedi un saldo superiore a 100 euro, i tuoi soldi passeranno al fondo di Consap e sarà difficilissimo recuperarli. Ti spiego subito cosa sta accadendo e come proteggere i tuoi risparmi.

Attento a questa iniziativa delle Poste Italiane perché potresti perdere tutti i tuoi risparmi

In questi giorni, le Poste Italiane hanno comunicato la chiusura di libretti postali “dormienti”.  Si parla di libretti i cui movimenti sono fermi da almeno 10 anni. In pratica, tutti i libretti su cui non ci sono movimenti da moltissimo tempo, anche se il saldo risulta superiore a 100 euro. Questi libretti verranno chiusi entro il 21 giugno e i soldi verranno inviati al fondo gestito da Consap. Per cui, ti conviene andare all’ufficio postale più vicino e fare anche un piccolo accredito o prelievo sul tuo libretto postale in modo da non rischiare che i soldi vengano inviati al fondo.

Questo non vale solo per i libretti di risparmio, ma anche per conti correnti, depositi, assegni e fondi di investimento. Per cui, se hai uno di questi strumenti finanziari con le Poste Italiane e sui quali non ci sono movimenti da almeno 10 anni, ti consiglio di recarti all’ufficio più vicino ed effettuare anche un piccolissimo movimento. Nel caso in cui tu non proceda in questo modo, i soldi verranno inviati entro Ottobre 2022 al fondo gestito da Consap e dovrai fare richiesta all’Ente del Ministero dell’Economia per recuperarli.