Il Campione del mondo è di nuovo sui campi da calcio, giocherà per il Parma fino al 2024. Purtroppo, come imprenditore non può vantare gli successi…
E’ uno dei migliori calciatori del mondo, uno dei migliori portieri in assoluto. Nella sua carriera può vantare ogni tipo di trofeo calcistico – manca solo la Champions League – nonché una carriera straordinariamente lunga e piena di soddisfazioni.
Insomma, come calciatore il grande Gigi Buffon non ha proprio nulla da rimpiangere: ha “servito” con fedeltà la Juventus con una collaborazione di 17 anni, e ha provato altri tipi di collaborazioni con il Paris Saint German. Ora il campione è approdato al Parma, la squadra del suo debutto.
Buffon rimarrà con la squadra almeno per altri due anni, nonostante la stagione deludente in serie B.
Insomma, Gigi non ha alcun intenzione di fermarsi. E’ una vera e propria macchina da guerra del calcio. Tutti i suoi successi gli hanno permesso di guadagnare milioni di euro, non solo per i suoi lauti stupendi, ma anche per le sponsorizzazioni per cui ha prestato il suo volto. Tuttavia, pare che a gestire questo patrimonio, il portiere non sia così abile.
Lo stipendio di Buffon
Il primo amore non si scorda mai. Buffon è ritornato nella squadra che lo introdusse nel mondo del calcio, per uno stipendio annuale di 850.000 euro netti. Si tratta di uno stipendio leggermente più basso, rispetto a quello che percepiva mediamente alla Juve: ogni anno prendeva 1.5 milioni più bonus. Negli ultimi anni, era arrivato a guadagnare tra i 4 ed i 6 milioni di euro: in alcune stagioni, Buffon è stato il calciatore più pagato della serie A. Per la stagione al PSG, la cifra ammontava a 5 milioni.
La fama portatogli dalla sua portentosa carriera gli ha permesso di diventare testimonial di moltissime campagne pubblicitarie: dall’acqua minerale alle patatine, dalle auto al poker, giusto per fare qualche esempio.
Gli investimenti di Buffon
A differenza dei Buffon, la maggior parte dei calciatori si ritira dopo un massimo di 15 anni di carriera. Verso i 35 anni i calciatori rimangono senza lavoro. Molti provano a rimanere nell’ambiente calcistico, come allenatori, dirigenti ed opinionisti. E’ pratica molto comune re-investire i soldi guadagnati con il calcio in altre attività imprenditoriali, in modo da aumentare i propri guadagni. Buffon non ne è stato esente da questo tipo di decisioni, ma i risultati non sono stati molto positivi.
Il primo ingresso nel mondo imprenditoriale è avvenuto nel 2009, quando il portiere acquistò il 2% delle azioni dell’azienda tessile Zucchi. L’investimento dovrebbe essere costato circa 350.000 euro. L’anno dopo, Buffon decide di intervenire in maniera più importanti, comprando il 56,3% e diventando il socio di maggioranza. Purtroppo, la Zucchi non ha ottenuto i guadagni sperati, e quando il campione, nel 2016, ha venduto le sue quote, si stima che abbia perso circa 25 milioni di euro. Altri tipi di investimenti sono stati tentati nel mondo immobiliare, ma anche in questo caso si sono registrate delle perdite. La Gb Holding srl, la società con cui Buffon gestisce questo tipo di transazioni, è andata in rosso di ben 8,8 milioni.
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La vicenda carrarese
Buffon ha provato anche a diventare un imprenditore del calcio. Insomma, ha provato a giocare in casa. Nel 2010, ha comprato il 30% delle quote societarie della Carrarese. Due anni dopo avviene il salto di qualità: Gigi diventa l’unico socio della squadra della sua città.
Tuttavia, anche questa società calcistica va in perdita, tanto da diventare un costo difficilmente gestibile per il portiere.
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Per cui, nel 2015, cede il 70% delle quote all’imprenditore edile, Raffaele Tartaglia, che però molla l’osso dopo qualche mese. Il Tribunale di Massa, nel 2016, ha dovuto dichiarare il fallimento della società.
Insomma, la storia imprenditoriale di Gigi Buffon pare antitetica a quella calcistica. Moltissimi gli insuccessi, che hanno costretto il campione del mondo a dover mettere mano al portafoglio, per ripagare personalmente le molte perdite che ha subito, dal punto di vista economico. Può sempre consolarsi sapendo di aver fatto di avere fatto la storia dello sport più popolare del mondo.