La legge parla chiaro in merito a quelli che sono i doveri dei genitori verso i propri figli. Ma quanto in là possono spingersi nell’adempimento del loro ruolo? A un genitore è consentito tutto? Scopriamo di più
L’articolo 147 del codice civile regolamenta quelli che sono i doveri dei genitori verso i propri figli. Prendersene cura non è per tutti un istinto naturale, è la legge che interviene, sancendo che è obbligatorio provvedere al “mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli, anche se nati al di fuori del matrimonio, assecondandone le inclinazioni, le capacità e le aspirazioni”.
Nell’adempimento del proprio “mestiere” di educatore, quanto può spingersi in là un genitore? In poche parole, cosa è lecito fare e cosa non lo è nella tutela e nel rispetto della privacy della prole, specialmente se composta da individui minorenni?
Madri e padri hanno assolutamente facoltà di correggere i figli, anche impartendo delle punizioni le quali, tuttavia, non devono costituire reato, ossia non devono rientrare nell’ambito di abuso dei mezzi di correzione o maltrattamenti in famiglia. Che significa? Non bisogna causare in alcun modo sofferenza fisica o morale. Ecco a voi un esempio: va benissimo impedire al proprio figlio di andare a una festa per punizione; è reato segregarlo a casa per giorni. La reclusione, in casi simili, è fino a sei mesi. In caso di situazioni più gravi come in circostanze di violenza conclamata si arriva anche dai tre ai sette anni di carcere.
É reato per un genitore spiare o addirittura pedinare il proprio figlio? Cosa si rischia?
In linea generale, non costituisce reato pedinare qualsiasi persona. Non è illegale a meno che non le si procuri agitazione e spavento. In un caso simile, però, si potrebbe essere indagati per molestie in luogo pubblico.
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Seguendo questo principio, quindi, è lecito pedinare un figlio ma solamente se serve a salvarlo da un rischio effettivo come cattive frequentazioni, acquisto di stupefacenti, alcolici e casi similari. Il genitore deve addurre una valida motivazione.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a cui l’Italia ha partecipato, ha promosso la Convenzione sui diritti dell’infanzia in cui viene difeso il diritto alla privacy dei minorenni, anche dagli stessi genitori.
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Niente invadenze random, controlli a saltare, pure se servissero a sedare uno stato di preoccupazione degli adulti. Il rischio deve essere sempre concreto.