Attento a questo aspetto se vuoi la disoccupazione: se fai le dimissioni per giusta causa, questa è l’unica procedura che te la garantirà.
Quando si tratta di leggi, non puoi di certo andare a caso, ma devi conoscere la materia in modo approfondito.
Infatti, basta un piccolo errore o una considerazione sbagliata per fare dei guai irreversibili. Devi sapere che, quando vuoi lasciare il posto di lavoro, puoi percorrere solo due strade: le dimissioni volontarie oppure quelle per giusta causa. Le prima, quindi quelle volontarie, non ti danno diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, anche se hai maturato diversi anni di lavoro e di contributi. Le seconde, quelle per giusta causa, si verificano nel momento in cui il comportamento del tuo titolare ti costringe a dimetterti. In quest’ultimo caso puoi ricevere l’indennità, ma ad una sola condizione. Scopriamo subito quale.
Come ti ho già anticipato, le dimissioni per giusta causa sono una conseguenza ad un comportamento sbagliato del tuo titolare. Tra le ragioni per dimetterti per giusta causa possono esserci il mobbing, il mancato o ritardato pagamento del salario, mancato versamento dei contributi previdenziali, atteggiamento ingiurioso verso di te e moltissimi altre situazioni.
Le dimissioni per giusta causa ti danno diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione, ma non ti basta dimetterti con questa clausola per ottenere la NASpI. Infatti, una volta presentate le dimissioni telematicamente verso il portale UNILAV, devi dimostrare all’INPS le ragioni per cui ti sei dimesso.
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Non basta quindi sostenere a parole la giusta causa, ma devi anche provarla. Per farlo, devi rivolgerti obbligatoriamente ad un legale o a CAF e patronati per fare vertenza al tuo, ormai ex, datore di lavoro. La vertenza si fa attraverso una richiesta all’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Il compito dell’Ispettorato sarà quello di provare a mediare tra te e il tuo ex titolare per raggiungere un accordo economico, in caso contrario dovrai citare in giudizio il tuo ex datore di lavoro. Ti consiglio quindi sempre di rivolgerti ad un esperto legale in materia.
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Quindi, se vuoi la disoccupazione, devi prima produrre questi documenti e poi allegarli alla domanda all’Ente per ricevere l’indennità. L’INPS poi avrà 30 giorni per valutare la tua richiesta. In caso di rifiuto, chiedi chiaramente le motivazioni del rigetto e comincia la pratica del riesame per ottenere la NASPI. Nel caso in cui anche la seconda domanda di disoccupazione non dovesse andare a buon fine, dovrai presentare ricorso all’INPS tramite un legale o rivolgendoti ad un CAF oppure ad un patronato.
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