Per i commercianti è diventato obbligatorio accettare i pagamenti elettronici tramite Pos. Se si rifiutano di farlo però ecco in che modo puoi denunciare
Non c’è un limite di spesa, ogni acquisto, anche un caffè, può essere pagato con il Pos secondo la legge.
Negli ultimi tempi sono in aumento le sanzioni per quanto riguarda il mancato pagamento di tasse. Oggi non si parla d’altro che dei commercianti, i quali, sono obbligati a presentare il Pos come possibilità di pagamento. Quest’obbligo è già in vigore da un po’ di tempo ma dal 30 Giugno sono entrate in vigore le sanzioni. La situazione quindi sta diventando più seria, perché prima dei provvedimenti ognuna faceva come gli faceva più comodo. Spesso i commercianti infatti tendono a fare i furbi e si rifiutano di accettare pagamenti elettronici ma solo in contanti. Malgrado siano state introdotte sanzioni per chi non rispetta questa nuova legge, i controlli non sempre vengono fatti da parte degli organi ufficiali. Ed è per questo che se il commerciante dovesse rifiutarsi di far pagare al cliente tramite Pos, quest’ultimo può denunciarlo.
Cosa si può pagare con il bancomat
In seguito alla nuova legge, con il bancomat si può pagare tutto, non c’è una soglia minima di spesa. Quindi anche un bottiglia d’acqua o un caffè. Quindi il commerciante non può tirarsi indietro e deve accettare qualsiasi importo. Ovviamente gli esercenti tenderanno sempre a rifiutare il pagamento con carta per importi molto bassi in quanto hanno poco margine. Ma è dal 1 Luglio che chi acquista è più tutelato e può permettersi di denunciare, qualora gli fosse rifiutato di pagare con carta.
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Come denunciare il commerciante che rifiuta di pagare col Pos
Il consumatore che si vede negare il pagamento tramite Pos può denunciare tramite due modalità. Contattando la Guardia di Finanza oppure compilando un modulo. Nel primo casa basta chiamare il 117, numero gratuito che è sempre attivo. Dopo la chiamata, si attende sul posto l’arrivo delle forze dell’ordine che verbalizzano il mancato rispetto della legge.
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La seconda modalità invece prevede la compilazione di un modulo che è sempre presente sul sito della Guardia di Finanza. In questo caso chi denuncia può anche restare anonimo, mettendo solo i dati dell’esercente, la data e l’ora di quando è avvenuto l’illecito. Si consiglia sempre di metterci la faccia, anche perché alle denunce anonime viene dato poco credito.