Esenzione fiscale per i “cervelli” rimpatriati

Il governo ha approvato una serie di misure per cercare di far ritornare i cervelli che sono andati a cercare fortuna all’estero. Per incentivare il ritorno, le misure sono state ampliate ad una più larga fascia di utenti. In questo modo si spera di incoraggiare le persone ad “investire” nuovamente sull’Italia.

La fuga dei cervelli è una piaga in aumento nel nostro paese. Moltissimi giovani, sopratutto laureati, decidono di andare a costruirsi una vita, possibilmente migliore, all’estero. In Italia, a causa dell’instabilità del mondo del lavoro, è sempre più difficile costruirsi un futuro solido e sereno.

Gli altri paesi, con i loro stipendi e più solide politiche del welfare, offrono un’alternativa piuttosto affascinante per gli italiani, in particolar modo per quelli che hanno speso anni della loro vita in studi per specializzarsi in una professione.

Esenzione fiscale per i “cervelli” rimpatriati – tuttogratis.it

Il governo però sembrerebbe voler porre un punto a quella che si sta trasformando in una vera e propria piaga sociale, al cui centro ci sono centinaia di migliaia di giovani talenti che preferiscono andare a mettere le proprie capacità al servizio di un altro paese.

Esenzioni fiscali per chi torna, ma non solo

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Per cercare di arginare il fenomeno, il governo ha deciso di ampliare una serie di misure in ambito fiscale, in modo da incoraggiare i lavoratori a ritornare in Italia. Le misure, rivolte sia a lavoratori dipendenti sia ad autonomi, sono state ampliate anche agli stranieri, in modo da attirare più “cervelli” possibili.
Inizialmente la misura era rivolta soltanto a dottorandi e ricercatori, ma anche in questo caso c’è stata un’altra concessione: potranno usufruire delle esenzioni fiscali anche normali lavoratori che rispettino alcune condizioni.

In che cosa consistono le esenzioni fiscali

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Per poter accedere agli sgravi fiscali, è necessario non aver soggiornato in Italia nei due anni precedenti.
Ovviamente ci si deve impegnare a svolgere un’attività lavorativa e a soggiornare permanentemente nel nostro paese per almeno due anni. In questo modo si potrà usufruire di un’aliquota ridotta del 70% per almeno 5 anni.
Gli stranieri possono usufruire delle stesse condizioni, ma devono anche dimostrare di aver lavorato o di aver studiato nei precedenti 24 mesi, in modo  da dimostrare le loro capacità. Chi decide di localizzare la propria attività nel Sud Italia o è in possesso del titolo di dottorando/ricercatore può portare l’abbattimento dell’aliquota a ben il 90%.
Tutte queste misure hanno solitamente la durata di 5 anni, ma è possibile chiedere una proroga se si acquista un immobile sul suolo italiano e se si hanno dei figli a carico.

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