Ecco come aumentare i contributi per la pensione

Per chi fosse preoccupato per la propria situazione contributiva potrebbe prendere in considerazione la possibilità di aumentare la porzione di contributi che si sta versando. In questo modo si mette al sicuro la propria pensione e ci si garantisce una rendita pensionistica più consistente.

In questo periodo vige una grande preoccupazione, mista anche ad incoscienza – nel senso letterale del termine – per quanto riguarda la situazione contributiva.
Bisogna prima di tutto chiarire che, considerando la situazione attuale, per accedere alla pensione di vecchiaia bisogna aver versato:
20 anni di contributi per la normale pensione di vecchiaia;
5 anni di contributi per la pensione di vecchiaia contributiva, solo se si versano contributi da dopo il 1996.

Aumentare i contributi per la pensione – tuttogratis.it

Se non si rispettano queste condizioni è impossibile andare in pensione e si dovrà fare richiesta per l’assegno sociale ed altre forme di sostegno pubblico, purché ci si rientri a livello economico.

Integrare i propri contributi

Aumentare i contributi per la pensione – tuttogratis.it

Bisogna quindi stare molto attenti alla propria situazione contributiva, perché si può rischiare di versare dei soldi che non si potranno più avere indietro.
Al fine di evitare questo triste scenario, è possibile integrare i propri contributi.
Bisogna sapere che esistono diversi tipi di contributi, oltre a quelli obbligatori, ossia quelli che si versano quando si lavora.
Per la precisione ci sono anche i contributi figurativi, che vengono versati dalla stessa Inps quando si verifica l’interruzione o la riduzione dell’attività lavorativa, e quelli di ricongiunzione che permettono di riunire in un’unica cassa previdenziale tutti i contributi che si sono raccolti nel corso di diverse attività lavorative.
Quelli con cui è possibile intervenire per rimpolpare la propria situazione previdenziale sono i contributi volontari ed i contributi da riscatto.
I contributi volontari sono quelli che possono essere versati, come suggerisce il nome stesso, in maniera volontaria durante i periodi di inattività lavorativa. Sono il 33% dell’ultima retribuzione annua lorda.
I contributi da riscatto si possono utilizzare quando si sono svolte delle attività che hanno occupato anni della propria vita e non hanno permesso di versare i contributi: i principali casi sono il servizio militare e gli studi universitari. Nel primo caso è possibile ottenere il riscatto senza pagare, mentre nel secondo viene effettuato un calcolo in seguito al quale si dovrà versare una somma di denaro.

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