Si tratta proprio di un dispositivo molto simile a quelli che siamo abituati ad utilizzare con gli smartphone. Il sistema di base sembrerebbe lo stesso solo più grande e applicato alle automobili. Si tratta di energia traferita per mezzo di un’induzione magnetica risonante. Per la ricarica ad induzione magnetica il procedimento è il seguente: si tratta di uno scambio energetico tra un pad posizionato a terra e tra un altro pad posizionato sotto il veicolo.
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Un’altra alternativa alla ricarica wireless è quella fissa che si basa sullo stesso principio. Si tratta di sistemi strutturati in bobine di ricarica istallati sotto l’asfalto che dovrebbero essere in grado di ricaricare le vetture quando ci passano sopra. Sono campi magnetici ad altissima frequenza che funzionano solo con mezzi aventi degli strumenti di ricarica compatibili.
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Delle postazioni wireless di ricarica sono state per esempio già istallate a Milano e si chiamano charger hi-tech di Atm. Si tratta di postazioni altamente tecnologiche che attraverso l’apposito comando wifi sono capaci di connettere il dispositivo apposito posizionato sotto l’autobus con quello dentro l’autobus per ricaricarlo dell’energia necessaria per aggirarsi per la città meneghina. Ogni charger può ricaricare più autobus durante il giorno e garantirgli una larga autonomia perché dotato di una potenza che arriva a 200 k.
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