C’è un caso ben specifico che, qualora si dovesse verificare, tocca restituire all’INPS tutto ciò che si è percepito: ecco di cosa si tratta.
Ci sono dei momenti in cui, per per alcune mancanze oppure errori, rischiamo di dover restituire tutto ciò che abbiamo percepito dall’INPS anche negli anni passati.
E in questi casi la legge non transige, e l’istituto avrebbe tutto il diritto di mettere in campo le dovute azioni affinché ritorni tutto ciò che indebitamente è stato percepito dall’utente. Ma di quale sussidio si parla e in quale caso si può verificare? Ecco di cosa si tratta.
Il sussidio in questione è di certo uno dei fondamentari per un soggetto disoccupato, ovvero la NASPI. La NASPI, Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego, è l’indennità che l’INPS eroga, su base dei contributi versati negli ultimi quattro anni lavorativi, ad un soggetto che perde la sua occupazione.
Che siano lavoratori dipendenti, a tempo determinato, apprendisti, professionisti, lavoro subordinato e lavoratori in Pubblica Amministrazioni. Insomma, un contributo molto importante che sostiene un individuo e che garantisce un’indennità, mentre si adopera per cercare una nuova attività.
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Però c’è un caso in cui l’individuo potrerbbe restituire tutto, anche ciò che ha percepito negli anni passati, se si verifica questa casistica. Ci sono dei momenti in cui si possono ottenere soldi non accreditati dall’INPS, ma allo stesso tempo l’istituto può recuperare somme indebite.
Mentre l’INPS ha notificato le date dell’accredito del bonus da 200 euro, unitamente alle erogazioni effettua controlli incrociati per capire se ci sono errori di pagamenti. Ed ecco che la NASPI potrebbe essere revocata e, peggio ancora, si corre il rischio di dover restituire tutto, se in caso di domanda mancano i requisiti necessari per goderne.
Oppure in caso di reintegro al lavoro, o anche nel caso in cui l’INPS dovesse erogare un importo superiore di quello che realmente spetta al disoccupato. In questo ultimo caso però sarà l’INPS a farlo in maniera automatica.
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Inoltre, in caso di impiego a tempo determinato non superiore ai 6 mesi, il lavoratore ha l’obbligo di comunicare all’INPS il nuovo impiego e il quadro reddituale che ne scaturisce.
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