Saman Abbas. Svolta nella vicenda della giovane ragazza pachistana scomparsa nel 2021. Il sospetto è ricaduto immediatamente sui familiari. Arriva adesso un’atroce confessione
La giovane Saman Abbas sparì nella notte del 30 aprile 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia.
Fu immediatamente chiaro per gli inquirenti il coinvolgimento della famiglia della stessa ragazza la quale voleva abbracciare uno stile di vita “all’occidentale”, rifiutando di sposare un cugino in Pakistan a cui era stata promessa fin dalla nascita. Già nel 2020 Saman aveva denunciato gli abusi a cui era stata sottoposta. Per questo motivo aveva ricevuto ospitalità presso una casa famiglia per minorenni a Bologna. Non appena diventata maggiorenne era tornata a casa per recuperare i propri documenti e iniziare una vita tutta sua.
Caso Saman Abbas, la ragazza sapeva di essere in pericolo. Il racconto di uno dei carnefici è agghiacciante
La fotografia in alto ritrae Saman Abbas in un momento di tenerezza insieme al suo fidanzato. La giovane l’ha postata sui social tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Lo scatto avrebbe rappresentato la scintilla che ha fatto divampare l’ira dei familiari della giovane che avevano programmato per lei tutt’altra vita. La soluzione per l’onore infranto era farla fuori.
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Saman non accettava questa situazione. Sapeva di essere in pericolo. La sera che scomparve mandò un messaggio al fidanzato esprimendo chiaramente tutta la sua preoccupazione.
In data 30 aprile 2021 sarebbe stata consegnata dai suoi genitori allo zio, Danish Hasnain, esecutore materiale dell’omicidio, e ai cugini Nomanhulaq Nomanhulaq, 35 anni e Ikram Ijaz, 28 anni (arrestato in Francia nel maggio 2021).
Secondo diverse fonti tra cui Il Messaggero e FanPage.it, quest’ultimo avrebbe raccontato a un compagno di cella come sarebbe avvenuto il delitto. Saman sarebbe stata portata nei campi nei pressi della casa dove vivevano i suoi genitori a Novellara.
A questo punto sarebbero intervenuti i cugini e lo zio bloccandole mani e piedi. Danish Hasnain l’avrebbe strangolata con una corda; il corpo sarebbe stato fatto a pezzi e poi gettato nelle acque Po, per questo motivo non è stato ritrovato. Presente, a quanto pare, un quarto uomo la cui identità non è nota.
I genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, sono fuggiti in Pakistan e sono ancora latitanti. Il 10 febbraio 2023, invece, andranno a processo a Reggio Emilia lo zio e i due cugini.
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In un’intercettazione telefonica datata 8 giugno 2021, si sente il padre di Saman dire le seguenti parole: “Per me la dignità degli altri non è più importante della mia… Ho ucciso mia figlia e sono venuto (in Pakistan), non me ne frega nulla di nessuno”.