Novità assoluta per i precettori del Reddito di Cittadinanza: da oggi si cambia musica per chi prende il sussidio e svolge un lavoro in nero.
Purtroppo in Italia la povertà di una buona parte del paese è ancora difficile da eliminare, soprattutto al Sud, dove riuscire a trovare un lavoro è difficile. Così l’introduzione di questo sussidio è riuscito un po’ a risolvere la situazione.
Ma è soltanto un reddito minimo garantito, la cui durata è di 18 mesi. Infatti l’Inps, propone 3 offerte di lavoro per poter poi terminare il suo utilizzo. L’importo mensile varia a seconda dell‘Isee delle persone che ne beneficiano.
I furbetti del Reddito di Cittadinanza
Ma sappiamo in Italia come funziona purtroppo. Sono tanti i furbetti beccati, che usufruivano di un lavoro in “nero” e che ottenevano ancora denaro col Reddito di Cittadinanza. Queste persone, ottengono soldi senza un regolare contratto, senza dichiararlo e possono godere di denaro illecitamente.
Chi riesce a trovare lavoro, deve comunicarlo obbligatoriamente al Caf o presentandosi ad un Istituto di dovere per non cadere poi in severe restrizioni e pene legali.
Ricordiamo che il Reddito di Cittadinanza, vale se non si raggiunge una precisa somma del reddito Isee. Se ad esempio in un nucleo familiare, c’è un disoccupato, egli non può avere il reddito se una parte dei parenti supera la somma Isee dei 9.360 euro, perché può garantire all’interessato di vivere.
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Cosa rischiano i lavoratori in nero
Si avviano le promulgazioni di pene severe per i “furbetti” che usufruiscono del sussidio del reddito di cittadinanza. Aumentano infatti man mano i controlli verso chi ne approfitta incassando irregolarmente senza avere un regolare contratto e reddito di cittadinanza.
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Quindi l’articolo 7 del decreto legge 4/2009 evidenzia che “l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini, è punita con la reclusione da uno a tre anni.”
Inoltre, con la scoperta di un approfittatore c’è l’immediata richiesta al furbo beneficiario di restituire tutta la somma incassata del sussidio economico percepito. E per far fare un’altra richiesta deve aspettare minimo 10 anni.