Un ragazzo di 34 anni è stato trovato morto ieri mattina in un bagno chimico di Brusegana, frazione di Padova: a stabilire le cause del decesso sarà l’autopsia.
Tragica scoperta ieri mattina a Brusegana, frazione di Padova. Un giovane di 34 anni è stato trovato privo di vita all’interno di un bagno chimico all’angolo di un parcheggio. L’allarme è scattato quando una donna, passando vicino alla toilette, ha sentito un odore fortissimo provenire dal suo interno.
È stato necessario l’intervento di una squadra dei vigili del fuoco che ha forzato la porta trovando il cadavere. Da quanto appurato, sembra che il 34enne fosse deceduto almeno da un paio di giorni probabilmente a causa di un malore. A confermarlo saranno i risultati dell’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni su disposizione dell’autorità giudiziaria.
Padova, cadavere di un giovane trovato in un bagno chimico: indaga la Polizia
Si chiamava Elia Pizzardo, il 34enne di Rovigo, trovato morto nella mattinata di ieri, mercoledì 3 agosto, a Brusegana, piccola frazione del comune di Padova. Il corpo è stato trovato all’interno di un bagno chimico, sito nei pressi di un parcheggio in via dei Colli.
Una donna, secondo quanto riporta Il Gazzettino, ha chiamato le forze dell’ordine dopo essere passata accanto alla toilette chimica ed aver sentito un odore acre provenire dal suo interno. In via dei Colli è arrivata, dunque, una volante della Polizia, ma gli agenti hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco per aprire la porta, chiusa da dentro.
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A quel punto la tragica scoperta: il cadavere dell’uomo riverso nel bagno chimico. Sul posto sono, quindi arrivati gli uomini della Scientifica ed il medico legale. Secondo una prima ispezione cadaverica, riferiscono i colleghi de Il Gazzettino, il 34enne sarebbe deceduto circa due giorni prima probabilmente dopo essere stato colto da un malore. L’ipotesi più accreditata è quella di un malore collegata all’uso di sostanze stupefacenti. A sostegno di questa tesi la siringa e degli oggetti con tracce di metadone rinvenuti dalle forze dell’ordine, ma non è chiaro se possano essere stati usati dall’uomo.
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A far luce sull’accaduto sarà l’esame autoptico, già disposto dal pubblico ministero titolare delle indagini sul caso.