Disoccupazione: sapevate di dover provare questa cosa per ricevere i soldi che vi spettano? Vi spieghiamo come fare.
La burocrazia in Italia è un problema che ognuno di noi si trova ad affrontare ogni giorno. Quando si decide di dare le dimissioni, questa parte può essere particolarmente difficile da gestire perché si aggiunge al carico emotivo che il lavoratore già porta con sé.
In questo articolo vi spieghiamo come presentare le dimissioni “per giusta causa”. Se lo fate, significa che avete un motivo più che serio per interrompere il rapporto lavorativo. Tuttavia questo motivo deve essere provato all’INPS, secondo i termini e le condizioni presentate dall’ente in una circolare (Inps Circ.163/2003). Tale circolare riprende quanto già deciso dalla Corte Costituzionale. Ecco che cosa dice.
In base a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale (C. Cost. sent. 369/2002):
“Le dimissioni per giusta causa non sono riconducibili alla libera scelta del lavoratore, in quanto indotte da comportamenti altrui che rendono impossibile proseguire il rapporto di lavoro. Queste azioni comportano, quindi, uno stato di disoccupazione involontaria e il conseguente diritto all’indennità di disoccupazione”
Il diritto all’indennità di disoccupazione (Naspi) occorre dunque quando le condizioni in cui si trova il lavoratore non consentono la prosecuzione del rapporto lavorativo. Tali condizioni possono essere mancato pagamento, mobbing, notevoli cambiamenti nelle condizioni di lavoro, molestie sessuali…
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La giusta causa deve essere dichiarata nel modulo telematico che il lavoratore deve compilare. Egli è inoltre tenuto a dimostrare la sua volontà di difendersi in giudizio di fronte al datore di lavoro per provare il suo comportamento illecito. Per farlo deve allegare “atti idonei” che provino l’impossibilità della continuazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore deve infine accertarsi che il datore di lavoro invii il modulo di cessazione del rapporto lavorativo (detto modulo Unilav) e che il suddetto modulo presenti la dicitura “dimissioni per giusta causa”.
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