In queste ore si sta parlando tanto della “pace fiscale”: cos’è e a cosa serve? Facciamo un po’ di chiarezza al riguardo.
In questi due anni di pandemia e di emergenza sanitaria, moltissimi cittadini si sono ritrovati in gravi difficoltà economiche.
Infatti, il Governo ha stanziato diversi bonus in questi anni ed anche tantissimi aiuti per far fronte alle esigenze di famiglie ed aziende colpite gravemente da questa crisi economica. In questi giorni infatti, si parla tanto della “pace fiscale”. A causa del crollo dell’encomia dovuta al Covid-19, e adesso anche per via dei forti rincari dei prezzi del carburante, di luce e gas ed anche dei beni primari, moltissime persone non hanno avuto la possibilità di pagare i propri debiti. Nonostante ci sia stato un rinvio delle cartelle esattoriali, in questo periodo ne vengono recapitate moltissime e per questo si sta valutando di applicare la famosa “pace fiscale”. Ma di cosa si tratta esattamente? Scopriamolo insieme.
Ecco cos’è la Pace Fiscale e come potrebbe aiutare tante persone in difficoltà nel saldo dei propri debiti
A differenza di ciò che potresti pensare, con le parole “Pace Fiscale” non si intende una totale estinzione dei debiti non pagati. Non è quindi un mezzo per azzerare totalmente la situazione debitoria dei contribuenti, ma sicuramente è un modo per agevolarli. In particolare, si intende un tipo di pagamento che dovrebbe aiutare le persone a saldare i propri debiti.
Infatti, quando ti viene recapitata una cartella esattoriale, oltre alle somme nette che dovresti pagare, come ad esempio l’IMU arretrato, ci sono anche i costi relativi agli interessi di mora. Queste voci sono molto importanti perché vanno ad aumentare di fatto il tuo debito in quanto vengono applicate a causa del ritardo o del mancato pagamento.
La Pace Fiscale quindi è un modo per aiutare i contribuenti nel pagamento anche rateizzato delle cartelle ed elimina di fatto tutti gli interessi di mora. Per cui, se venisse approvata questa manovra, dovrai solo corrispondere le somme relative al tuo debito senza dover anche versare gli interessi. Rimarrebbero però nella cartella esattoriale le somme da corrispondere all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Si tratta delle spese sostenute per le notifiche e gli eventuali procedimenti di riscossione, come il pignoramento.