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100 euro in meno in busta paga

Published by
Carolina Gaggero

La riforma fiscale ha modificato le regole del tanto discusso Bonus Renzi. Quello che si è rivelato un vero jolly nelle buste paga di moltissimi lavoratori non sarà più dovuto per via dei cambiamenti che ci sono stati, soprattutto per quanto riguarda le forme di integrazione al reddito.

All’epoca della sua abrogazione, il Bonus Renzi subì centinaia di critiche, per non dire derisioni. Ma quei 80 euro, poi diventati 100 euro, si rivelavano davvero comodi, soprattutto se si conta che era un bonus mensile. All’anno nelle proprie tasche si potevano contare 1.200 euro in più: non facevano la differenza, però erano utili e servivano a salvaguardare in piccola misura il patrimonio.

100 euro in meno in busta paga – tuttogratis.it

Tuttavia il 2022 si è aperto con una riforma Irpef che ha visto la diminuzione degli scaglioni reddituali da 5 a 4.
Fino al 31 dicembre 2021, il Bonus era una prerogativa di tutti i lavoratori con un reddito da lavoro dipendente fino a 40.000 euro. Per la precisione chi raggiungeva i 28.000 euro, lo vedeva direttamente in busta paga, mentre la fascia di lavoratori dai 28.000 ai 40.000 ne poteva usufruire come detrazione. Con la nuova riforma fiscale, quest’ultima categoria è stata abolita, per cui possono godere del bonus solo coloro che hanno un reddito da lavoro fino a 28.000 euro, ma non è così semplice.

Bonus Renzi: cos’è cambiato

100 euro in meno in busta paga – tuttogratis.it

L’erogazione a scaglioni non è stata del tutto abolita, ma è stata commisurata ai nuovi target reddituali. Ossia, chi guadagna fino a 15.000 euro vede i 100 euro nella busta paga, mentre chi rientra nella fascia dei 15.000-28.000 euro, ossia la maggior parte degli italiani, può averne diritto solo se la somma delle detrazioni per le spese sostenute nel 2021 supera l’imposta lorda.
In particolare, queste detrazioni riguardano i familiari a carico, i mutui agrari, i mutui immobiliari per l’acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2021, i redditi da lavoro e assimilati, le spese sanitarie, le spese per i lavori in casa, come le ristrutturazioni o le riqualificazioni energetiche, e le erogazioni liberali.

Carolina Gaggero

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