C’è una novità introdotta dalla Corte di Cassazione: un nuovo orientamento che ha modificato la tassazione del patto di famiglia. Scopriamo cosa cambia.
È arrivato, direttamente dalla Corte di Cassazione un cambiamento che riguarda la tassazione del patto di famiglia. Modifica avvenuta a seguito di un nuovo orientamento della Corte il quale ha apportato delle modifiche al vecchio orientamento giurisprudenziale.
Di fatto la Corte di Cassazione ha reso meno meno oneroso il trattamento fiscale del patto di famiglia. Nasce così una nuovissima declinazione per quanto riguarda la liquidazione in denaro o in natura ricevuta dal legittimario non assegnatario nell’ambito di un patto di famiglia. Ma andiamo con ordine.
Tassazione: un grande cambiamento nel patto di famiglia
Il Patto di Famiglia è un contratto, dove l’imprenditore trasferisce al discendente la totalità o una parte dell’azienda. Vediamo nello specifico cosa cambia.
Per capire bene le modifiche dovremmo capire il punto di partenza, ovvero il vecchio orientamento: di fatto dichiarava che la liquidazione fatta dal legittimario assegnatario fosse soggetta all’imposta di donazione. Quindi da condurla nell’area delle donazioni con un’aliquota e franchigia calcolabile considerando la parentela tra i due soggetti.
La nuova ordinanza invece ha dichiarato che la liquidazione deve ricondursi a una donazione posta in essere sempre e comunque dal disponente. Questo abbassa l’applicazione dell’aliquota e della franchigia. Un notevole alleggerimento per quanto riguardano le imposte dovute. Da un punto di vista tributario, la liquidazione fatta dal beneficiario del patto e non dal disponente originario, è un’esecuzione di un obbligo legale. Quindi, la liquidazione al legittimario non assegnatario è una donazione da parte del disponente. Nello specifico la Corte di Cassazione ha messo in evidenza che il patto di famiglia permette all’imprenditore in vita di gestire la successione dell’impresa, scegliendo il discendente che ritiene competente per garantire la continuità aziendale.
Sarebbe una successione anticipata con l’accordo di tutti i soggetti, nel momento di apertura della successione. Così che da gestire rispettando i tempi il passaggio. Si evita di fatto qualora avverrà la dipartita dell’imprenditore che l’azienda cada nella comunione ereditaria.