Nella sfortunata ipotesi in cui ci si trovi in ristrettezze economiche, si potrebbe pensare di fare ricorso all’eredità che un nostro parente ha deciso di lasciarci. Il piccolo inconveniente è che solitamente si ha accesso ad un’eredità dopo la morte del congiunto: quindi a meno che non si voglia fare la figura degli iettatori – o peggio – è naturale chiedersi se è possibile ricevere in anticipo l’eredità.
A livello giuridico, la risposta è no. Un testamento, che dispone come disporre del patrimonio dopo il decesso, è e deve essere un atto libero, ed unilaterale. Non ci possono essere vincoli contrattuali e la persona che lo scrive non può essere sottoposta a vincoli.
Questo concetto prende il nome di “divieto di patti successori”, ed è sancito dal Codice Civile. Per cui è chiaro, come su mera base giuridica non si possa chiedere un’eredità prima del triste evento. A livello pratico c’è un modo.
Nella realtà, si può ricorrere ad un altro mezzo per ricevere dei beni, senza dover fare l’uccello del malaugurio ai nostro poveri parenti. Si tratta del meccanismo della donazione.
Il suo funzionamento è molto semplice e consiste in un regalo dei beni. Da un certo punto di vista, le donazioni assomigliano ai testamenti perché sono una facoltà del donante e devono essere libere ed unilaterali. Insomma, non devono esserci vincoli.
Come funziona la donazione
Ovviamente, quando si tratta di cifre o beni dal valore importante, bisogna rivolgersi sempre ad un notaio. Anche se si tratta di un regalo, non si possono trasferire i propri beni di un certo importo di punto in bianco.
Inoltre, per evitare spiacevoli sorprese, bisogna sapere che la donazione non deve andare a ledere le quote che spettano agli eredi legittimari.
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La legge italiana prevede in fatti due categorie di eredi. I primi sono i legittimari, che sono i parenti più stretti della persona, come coniuge, figli, fratelli o sorelle e genitori. Questa categoria ha sempre diritto ad una quota del defunto, anche se quest’ultimo aveva deciso diversamente nelle proprie ultime volontà. Dopo i legittimari, ci sono tutti gli altri eredi, ossia altri parenti, ma anche estranei, a cui si può lasciare quello che si vuole, purché non si vada a ledere la quota destinata ai parenti stretti.
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Pertanto, sia nel caso di testamento sia in quello di una donazione, non bisogna ledere ai diritti degli eredi legittimari perché costoro hanno la facoltà di impugnare l’atto: hanno 10 anni di tempo per contestare un testamento, dalla morte del defunto, e 20 anni per opporsi ad una donazione che lede i loro interessi.