Una sentenza del Tar stabilisce che i professionisti non vaccinati possono continuare a lavorare in smart working.
Smart working per i non vaccinati: è questa la conclusione a cui è giunto il Tar della Lombardia. Questo provvedimento ha stabilito che per i professionisti non vaccinati – e quindi senza super green pass – ci sia la possibilità di continuare a lavorare da casa.
Secondo i giudici del Tar, non è possibile sospendere dall’ordine i professionisti che hanno scelto di non vaccinarsi: sono le leggi a stabilirlo.
Un blocco della carriera di un professionista avrebbe conseguenze troppo invasive e non coincidenti con il divieto di svolgere la propria attività lavorativa per evitare la diffusione del Covid.
La sentenza del Tar si pone quindi in aperto contrasto con l’obbligo vaccinale imposto a tutti gli over 50, che prevede una sanzione da 600 a 1.500 euro che coloro che sono sprovvisti del green pass rafforzato sul luogo di lavoro.
Non si può sospendere il professionista
La sentenza impedisce la sospensione del professionista dall’ordine, anche nel caso si tratti di un medico. In tutti gli altri casi si apre la via dello smart working: questa tipologia di lavoro, da casa o da remoto, permette di lavorare senza entrare in contatto con altre persone. Le percentuali di diffusione del virus diventano davvero minime.
A decidere in questo senso è stata la sentenza 109/22 del Tar della Lombardia. I giudici hanno valutato come troppo grave la sospensione totale dall’attività lavorativa.
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Legge vs decreto legge
Questa sentenza è stata resa possibile dall’interpretazione che è stata fatta del decreto legge 44/2021 che non prevede la sospensione in toto dall’attività lavorativa, ma solo l’interruzione immediata di tutte quelle mansioni che prevedono uno stretto contatto sul lavoro.
Bisogna anche aggiungere che il divieto assoluto di esercitare la professione si pone in contrasto con la normativa europea.
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L’Unione Europea prevede che le norme create per garantire l’interesse pubblico siano proporzionate ed adeguate, e quindi si debba optare per l’opzione meno gravosa. Pertanto la sospensione dall’ordine si manifesta come una soluzione troppo grave sul diritto al lavoro del professionista, ed impari rispetto ad un eventuale lavoratore dipendente che potrebbe venire delegato a mansioni che non prevedano contatto con il pubblico.