Ecco alcune informazioni utili per quanto riguarda il contagio da Covid-19 ed il mondo del lavoro.
In questo articolo era stato spiegato come si potesse considerare il contagio da Covid in ambito lavorativo. Infatti, nel – sfortunato – caso in cui si risulti positivi al Corona virus, a seconda della modalità in cui il contagio avviene, si può richiedere la modalità di malattia o di infortunio sul lavoro.
In parole povere, se si risulta positivi per colpa di un contatto avvenuto fuori dalla sfera lavorativa, allora si risulterà “malati sul lavoro”. Invece, se il contagio si svolge in ambito lavorativo, si può risultare come infortunati sul lavoro e avvalersi dell’intervento dell’INAIL.
Le tempistiche per poter rientrare nell’infortunio
Bisogna chiarire un piccolo dettaglio che riguarda il caso da infortunio sul lavoro.
Infatti, la legge prevede che vengano contati come infortuni sul lavoro anche quegli infortuni che si svolgono mentre si sta andando o tornando dal luogo di lavoro. Di solito, il tempo medio in cui si può far rientrare l’infortunio è di circa mezz’ora. Ebbene, se in questo lasso di tempo, capita la sfortuna di entrare in contatto con una persona e risultare positivi, si può rientrare nell’infortunio sul lavoro.
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Differenza tra isolamento fiduciario e positività
Tuttavia, prima bisogna segnalare un’altra importante differenza. Infatti, si può richiedere la pratica di infortunio sul lavoro, solo se si risulta positivi al Corona virus: sia sul luogo di lavoro sia durante il tragitto da e verso casa. Sembra un’affermazione un po’ banale, ma non lo è in realtà.
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Va fatta una distinzione tra quarantena fiduciaria che si deve fare, quando si scopre di essere entrati in contatto con un positivo, e vera e propria positività. Nel primo caso, il lavoratore non ha diritto alla remunerazione durante i giorni in cui è rimasto sottoposto a quarantena. Il pagamento, per malattia o infortunio, scatta solo se si verifica la positività.
