Stando ad un’indagine di Altroconsumo in questo tipo di ristoranti sarebbero frequenti i problemi di igiene.
Da circa 10 anni a questa parte, si sono affermati con una certa solidità i ristoranti di sushi che presentano la formula All You Can Eat. Per una cifra fissa, che varia dai 9 ai 15 euro (a seconda della zona), si possono degustare i piatti tipici della cucina giapponese, in particolare il sushi, e anche della cucina cinese. Insomma, per una cifra piuttosto bassa, soprattutto se paragonata a quella di un ristorante normale, è possibile degustare una serie di piatti – molti a dire la verità, se si ha uno stomaco abbastanza grosso – di cibi di origine esotica.
Non a caso, questo formula a riscosso una grande successo: la combinazione di prezzo e menù particolare hanno fatto davvero faville.
Qual è il costo di un prezzo così economico?
Dei prezzi così concorrenziali, soprattutto su un menù di pesce, non si erano mai visti. E’ normale farsi qualche domanda riguardo alla qualità dei prodotti alla base di un menù così economico. In particolare, molti dei piatti di questi ristoranti sono composti da pesce crudo, quindi si tratta di un prodotto che meriterebbe una certa attenzione.
Altroconsumo ha deciso di avviare un’indagine a riguardo, e, purtroppo, i riscontri sono stati tutt’altro che positivi. Nel mirino finisce soprattutto la scarsa igiene e la scarsa qualità dei prodotti…
Com’è normale aspettarsi, anche in questo caso, la quantità va a discapito della qualità.
L’indagine di Altroconsumo
La rivista dei consumatori ha dato inizio ad uno studio sul finire dell’estate scorsa, in 20 locali nelle città di Roma e Milano. Quindi, visto che si tratta di uno studio a campione, è importante non fare di tutta l’erba un fascio. Sicuramente, in altri ristoranti simili sarà possibile mangiare cibi di qualità e trattati secondo le giuste norme igieniche. Questo studio ha solo ricordato che il rispetto delle giuste regole non è seguito dappertutto.
In particolare, nell’indagine è stata presa in considerazione la pulizia dei locali, in particolare di tavoli e servizi igienici, ed il rispetto delle regole anti-Covid. In un locale su tre non è stato controllato il green pass, e solo in uno è stata misurata la temperatura.
Per quanto riguarda lo stato dei locali, nella maggior parte lo stato è risultato abbastanza buono. I servizi igienici erano puliti, così come i tavoli, piatti e posate. Il personale addetto alla consegna ai tavoli aveva delle divise pulite e indossava la mascherina nel modo giusto; le cose sono un po’ diverse in cucina, dove in un quarto dei ristoranti i cuochi non avevano la mascherina.
LEGGI ANCHE >>> Altro che fast food: questa è l’alternativa sana per tutte le tasche
Lo stato del cibo
Dopo i locali, si è passati all’analisi del cibo, elemento di fondamentale importanza per un ristorante.
Prima di tutto è emerso che, nella stragrande maggioranza dei posti in cui si è svolta l’indagine, la temperatura dei piatti non fosse adeguata. Pietanze come il sushi, che sono composte da pesce crudo, devono essere cucinate ad una temperatura che si aggira intorno ai 10°. Invece, i piatti sono stati serviti ad una temperatura di 20°. In questo modo c’è il rischio che questi alimenti sviluppino degli elementi patogeni, che si generano in temperature tra i 10° ed i 50°.
LEGGI ANCHE >>> I vantaggi di fare una colazione equilibrata
Sono stati analizzati anche dei piatti in laboratorio, in particolare dei nigiri e delle alghe. Fortunatamente non sono stati rilevati dei microrganismi patogeni pericolosi, negli All You Can Eat di Roma, a parte in uno dove è stata rilevata la presenza di escherichia coli. Invece, la maggior parte dei ristoranti milanesi è stata penalizzata dal rilevamento di tracce di stafilococchi nei nigiri.
Sono tutti indici di scarsa igiene, ma per fortuna in nessun piatto sono stati rilevati organismi troppo pericolosi per la salute.