Ecco tutto quello che c’è da sapere riguardo alla prescrizione dei debiti: tempistiche e modalità per interromperla.
La prescrizione è il termine entro il quale il diritto del creditore deve essere esercitato, cioè entro cui il creditore deve rivolgersi al debitore per chiedergli il pagamento. Se il creditore si dimentica o si fida della parola del creditore e non fa ricorso ai suoi diritti, facendo decorrere questo termine, poi non può fare ricorso al giudice per chiedere il pagamento del suo credito. In pratica, il debitore è libero da qualunque obbligo.
Quindi, dire che un debito si prescrive in tre anni significa che se, in tale termine, il creditore non chiede il pagamento, il debitore non deve più pagare.
E’ quindi molto importante per un creditore far sentire la propria voce, perché se non lo fa per molto tempo il debito potrebbe finire in prescrizione.
Il termine di prescrizione di un debito varia a seconda della fonte di tale credito, ossia della ragione che ne sta a fondamento. Per tutti i crediti, la prescrizione è sempre di 10 anni, salvo che la legge disponga diversamente.
Se si vende qualcosa o si effettua un servizio la prescrizione è di 10 anni, così come per quasi tutti i contratti scritti e verbali. Anche per i soldi dati in prestito la somma corrisponde ad una decade. Invece, se il credito deriva da un atto illecito, come un danneggiamento o un infortunio, commesso dal creditore la prescrizione è di 5 anni.
Le eccezioni, però, non mancano; tutte le seguenti situazioni di prescrivono in altri lassi di tempo:
– i crediti ai professionisti in 3 anni
– i crediti per le bollette del telefono in 5 anni
– i crediti per le bollette di luce, acqua e gas in 2 anni
– i crediti per gli abbonamenti che vanno pagati mensilmente o hanno una scadenza inferiore all’annualità in 5 anni
– gli interessi dovuti alle banche o altri creditori in 5 anni
– lo stipendio per il lavoratore dipendente in 5 anni
– i contributi dovuti al condominio per la gestione ordinaria in 5 anni
– i contributi dovuti al condominio per la gestione straordinaria in 10 anni
– il canone di affitto in 5 anni
– i compensi a docenti per lezioni private in 3 anni
– il compenso all’agente immobiliare che ha svolto l’intervento di mediazione in 1 anno
– i pagamento della polizza all’assicurazione in un anno
– il pernottamento in un hotel in 1 anno
– il credito dovuto per un incidente stradale in due anni
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Il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere, ossia da quando il creditore può iniziare a riscuotere il proprio credito. Nei termini non sono calcolati gli impedimenti che possono verificarsi: quindi, se il creditore fa richiesta in ritardo, la prescrizione è comunque già iniziata. Solitamente, la prescrizione inizia dopo 60 giorni dall’invio della notifica, quando il creditore può effettivamente iniziare a riscuotere la cifra che gli spetta.
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Per capire se un debito è finito in prescrizione o meno, basta verificare se dal momento in cui è iniziato a decorrere il termine di prescrizione sono decorsi gli anni previsti dalla legge. Se, però, in questo arco di tempo, il debitore è stato raggiunto da un sollecito di pagamento o da una diffida con fax, raccomandata AR o pec, il termine va calcolato dal ricevimento di quest’ultimo atto. Se il creditore ha fatto ricorso ad un decreto ingiuntivo, il termine sarà di 10 anni, mentre se ha avviato una causa civile per l’accertamento del proprio credito, prima del compimento della prescrizione, il termine si sospende fino all’emissione della sentenza, per poi diventare di 10 anni. E’ questo l’arco temporale di tutti gli atti giudiziari, a prescindere dalla natura del credito stesso.
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