3 consigli fondamentali per comprare del vino al supermercato.
In realtà, il supermercato non è il luogo ideale per comprare del buon vino: l’offerta appare ampia, ma, in realtà, la maggior parte dei vini presenti sugli scaffali è di origine industriale. L’unica qualità dei vini del supermercato è il prezzo basso.
Se possibile, è infinitamente meglio rivolgersi ai produttori. Tuttavia, non sempre si ha la possibilità di farlo e quindi ci si deve accontentare. Quindi cosa si deve fare quando si è di fronte ad uno scaffale lunghissimo, pieno di bottiglie?
Il prezzo
Mai scegliere un vino che costa meno di 5 euro. Non è possibile che una bottiglia da 0,57 l, possa offrire un minimo di qualità ad meno di quel prezzo.
Basta semplicemente calcolare i processi di produzione. Trovare dell’uva coltivata nel rispetto dei giusti criteri agronomici sotto l’euro a chilo è difficile. Si aggiunga poi 50 centesimi per il contenitore, un po’ di margine per il produttore e l’IVA. Ecco che i 5 euro sono stati raggiunti. Quindi, se si compra del vino sotto i 5 euro, vuole dire che una delle fasi di produzione non è stata svolta correttamente. Molto probabilmente, questo vino è un prodotto invenduto di cui il vignaiolo ha bisogno di disfarsi in vista del mosto che verrà prodotto con la nuova vendemmia.
Controllare origine dell’uva e dell’imbottigliamento
Si tratta di una procedura un po’ noiosa perché obbliga a leggere l’etichetta. Quello che si deve capire è se tutte le fasi di produzione sono avvenute sotto un’unica azienda o no. In caso positivo, chi ha coltivato l’uva è anche colui che l’ha trasformato in vino e l’ha imbottigliato. Insomma, è un prodotto integralmente di un’azienda, che risponde direttamente della qualità del prodotto.
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In caso negativo, è molto facile ritrovarsi con un prodotto di scarsa qualità e uno bel scaricabarile da parte dei vari produttori, imbottigliatori e trasformatori. Nel caso di una catena di “montaggio”, può capitare molto spesso che ci siano delle miscelazioni tra vari tipi di vino. Quindi, si può anche dire addio alla qualità.
In questo caso bisogna stare molto attenti a sigle strane. Da evitare quelle con scritto ICQRF, sotto cui lavorano grandi commerciati imbottigliatori che spesso ricorrono all’unione di vari tipi di prodotti.
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Affidarsi alle sigle DOC, DOCG e IGT
Questo è un passo da seguire solo quando si sta scegliendo un vino al supermercato. Si tratta di un’altra forma di tutela, perché certifica la provenienza dell’uva che poi è diventata vino. Bisogna stare anche attenti che poi il prodotto sia stato imbottigliato nella stessa zona della DOC e DOCG.