Sono molti quelli che sono contrari all’alternanza scuola lavoro. Vediamo insieme i pro e i contro di questa modalità.
Di alternanza scuola-lavoro sono tanti quelli che ne parlano, nel bene e nel male. C’è chi è assolutamente contrario e pensa che sia la fine della formazione, altri invece che la vedono come una possibilità di crescita. Di certo c’è che è una questione tornata alla ribalta a causa del tragico incidente che ha visto la morte sul luogo di lavoro dello studente Lorenzo Parelli, avvenuto l’ultimo giorno della formazione.
Alternanza scuola-lavoro: un’argomento che fa discutere
Partiamo dalle premesse, cosa dovrebbe essere l’alternanza scuola lavoro. Di fatto dovrebbe dare la possibilità agli studenti non solo di crescere ma anche di orientarli dentro il mondo del lavoro.
Dopo la tragedia che abbiamo accennato all’inizio, è tornato ad essere non sono un’argomento discusso ma soprattutto criticato. Ricordiamo che questo esperimento fu approvato dal Governo Renzi nel 2015, una modalità che prevede un percorso obbligatorio per i ragazzi che frequentano l’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado. Lo stage deve durare almeno 90 ore nei licei, 150 negli istituti tecnici e 210 negli istituti professionali.
Pro: le premesse
Sviluppo personale e orientamento al lavoro: offre agli studenti la possibilità di focalizzare in anticipo se lo stage desterà loro un reale interesse. È di fatto il primo passo nel mondo del lavoro, permette di capire quali sono i ruoli che non fanno per loro.
Formazione: lo stage permette di mettere in pratica la teoria appresa a scuola e aprendosi all’acquisizione di competenze che un giorno potrebbero essere utili.
Contatti: è un’esperienza che in potenza potrebbe creare una rete di contatti nell’azienda in cui si svolge il lavoro.
Contro: le problematiche
Svalutare l’istruzione: guardando i dati del rapporto Eurostat 2020, il nostro Paese è al penultimo posto in Europa per il numero di laureati. Infatti solo il 29% dei giovani, nella fascia d’età che va dai 25 fino ai 34 anni, possiede una laurea. La media Europea è del 41%. Osservando questi numeri è difficile pensare che l’alternanza scuola-lavoro possa invogliare gli studenti a continuare con il percorso universitario.
Poca sicurezza: la morte del giovane studente mostra il problema cruciale della sicurezza nei luoghi di lavoro. È una questione complessa e drammatica, il numero dei morti sul luogo di lavoro è altissimo, un problema che dovrebbe essere affrontato e portato all’attenzione.
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Sfruttamento e lavoro non pagato: un nodo importante e spinoso. Questa modalità purtroppo legittima le aziende ad avere un lavoratore che non deve pagare. Gli studenti con la “possibilità” di fare esperienza e orientarli al lavoro, di fatto lavorano senza essere pagati, levando ore allo studio. Il lavoro non pagato è una modalità inaccettabile .
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Interessi reali? Un ultimo punto che dovrebbe essere affrontato: siamo sicuri che gli ambiti proposti interessino realmente gli studenti? E poi, coloro che rientrano dal periodo alternanza scuola-lavoro dovrebbe avere tempo per recuperare il tempo di studio perso.