Per il riscaldamento invernale gli italiani tendono a scegliere biomasse come pellet o nocciolino di sansa: ma qual è la più conveniente?
Lo scorso anno, avere casa calda è stato davvero difficile, soprattutto per via dell‘aumento dei beni di prima necessità come beni alimentari ma anche servizi come la corrente, il gas o il combustibile. Per questa ragione la maggior parte degli italiani ha cercato di ricorrere alle agevolazioni messe in campo dal Governo o dall’INPS, come il bonus bollette o la Carta Acquisti.
In questo periodo è stata registrata una leggera flessione riguardo l’inflazione. L’Istat ha infatti comunicato che l’indice nazionale al consumo ad agosto ha registrato un calo, arrivando al 5,4%. Questo ha portato anche il Pellet a scendere di prezzo. Questo combustibile è sempre stato il preferito dagli italiani perché efficace ed economico.
Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, però, anche il prezzo del Pellet è aumentato vertiginosamente. Se inizialmente un sacco di 15 kg costava 3-4 euro, dopo la guerra c’è stato un aumento a 15 euro al kg, davvero improponibile. Nel 2022 infatti molte persone hanno optato per il nocciolino di sansa: ma quali sono le differenze? Quale conviene di più?
Pellet o nocciolino? È questo che conviene di più
Il nocciolino di sansa è stata una valida alternativa al pellet lo scorso inverno. Si tratta di una biomassa utilizzata in stufe e caldaie policombustibili con prestazioni ottimali. Ma qual è la differenza rispetto al Pellet? Questo è un sottoprodotto dell’industria del legno ed è formato da trucioli e farina di legno. Il nocciolino, invece, è un sottoprodotto dell’industria alimentare, ed è formato da noccioli, olive seccate e tritate.
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La differenza sta anche nella potenza del calore. Il nocciolino ha una potenza di 5 Kw/Kg contro i 4 kWh/kg del Pellet. È diverso anche l’impatto ambientale per l’immissione di anidride carbonica. Il nocciolino, infatti, si regostra intorno agli 8 punti percentuali. L’elemento negativo sono i residui di cenere, il nocciolino ne rilascia il 4% mentre il pellet al di sotto dello 0,5%.
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Inoltre il nocciolino ha una distribuzione a livello commerciale inferiore rispetto al Pellet. Solitamente i rivenditori puntano all’estero per acquisti già confezionati e pronti al commercio.