Per fortuna arriva la Carta Risparmio spesa come aiuto alle famiglie fino ad un massimo di 382 euro a famiglia: ecco i requisiti
Ogni giorno non si pensa ad altro che a risparmiare. Il caro vita ha messo in ginocchio l’Italia intera e sono in molti quelli che non riescono a gestire i costi a fine mese e neanche a fare le cose più semplici come la spesa o pagare le bollette. Sono numerose le persone che cercano speranza nei bonus e negli incentivi sia statali che dell’INPS.
Per fortuna c’è stato il bonus bollette che ha donato un sospiro di sollievo a molte persone. Tuttavia, si tratta di un incentivo di cui non tutti possono usufruire perché c’è bisogno di un reddito basso, quindi è per le persone che hanno maggiore precarietà. Tutti gli altri hanno dovuto adottare accorgimenti, sia nel fare la spesa che nel consumo domestico.
Si sta bene attenti all’utilizzo degli elettrodomestici, quindi si tende ad evitare di lasciarli in stand by o utilizzarli solo la sera. Oppure fare la lavatrice con il programma Eco o il lavaggio rapido. Mentre per fare la spesa c’è chi mette in pratica escamotage come fare la lista, chi approfitta delle offerte e chi invece può usufruire della Carta Risparmio. Questa è tornata ad essere attiva: scopriamo chi può sfruttarla.
Finalmente è giunto il decreto attuativo che riguarda la Carta Risparmio spesa. Si presenta come una carta Postepay, quindi prepagata nominale che sarà caricata di circa 382,5 euro a famiglia e sarà attivata nel mese di Luglio 2023. Questa potrà essere utilizzata solo per i beni alimentari di prima necessità, indicati nel decreto, escluso quindi l’alcol.
Ovviamente dobbiamo essere consapevoli che non tutti gli esercizi commerciali la accettano. Bisogna avere la convenzione con il Ministero dell’Agricoltura.
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A beneficiarne saranno circa 130 mila famiglie e non dovrà essere fatta alcuna domanda, in quanto la procedura avviene in modo automatico. Le card si divideranno in base alla popolazione ma spetterà poi ai comuni decidere chi saranno i beneficiari.
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La soglia ISEE non dovrà superare i 15000 euro e le famiglie non dovranno essere percettrici di Reddito di cittadinanza o altri che vanno a sostegno della povertà, neanche chi beneficia della Naspi, mobilità, Dis Coll o cassa integrazione e disoccupazione statale.
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