Un dubbio che attanaglia molte persone, quello di dover scegliere o il mutuo o pagare un affitto: quale scelta è più vantaggiosa?
I tempi che corrono di certo non sono così floridi, in materia economica, tanto meno in materia di investimenti, in particolare quello immobiliare.
Il mercato immobiliare, come ogni genere di mercato in questo ultimo periodo, ha avuto un sensibile calo della domanda. E quindi gli affitti e le vendite ne hanno risentito, anche sui prezzi.
Di fatti, paradossalmente, potrebbe essere un momento importante per investire, ma chiunque cerca garanzie ed ottenere finanziamenti non è per nulla facile.
E in molti sono ancora dubbiosi se accendere un mutuo o proseguire in affitto. Ma quando è conveniente l’uno piuttosto che l’altro? Facciamo chiarezza.
In particolare i più giovani, hanno numerosi dubbi su quale possa essere la scelta in materia di abitazione. Molti hanno il dubbio se accendere un mutuo o andare in affitto. Se si ha intenzione di avere casa propria, mettere mano in maniera concreta anche sulla struttura, ed avere la possibilità di lasciarla in eredità ai propri figli, l’acquisto risulta la soluzione migliore.
Ma quando conviene accendere un mutuo? Il timore è che la richiesta di mutuo venga rifiutata, perché le banche necessitano di garanti, oltre che di un contratto lavorativo che possa essere fiducioso per lo stesso istituto di credito. Conviene quindi quando c’è un garante e quando il proprio contratto di assunzione non lascia spazio a dubbi, e soprattutto se si ha una somma da dare in anticipo alle banche.
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Così da poter gestire altre spese accessorie, come quelle di istruttoria, notarili e relative alla casa stessa. Ad esempio si pensi ad un box auto o ad una ristrutturazione. In questo caso il mutuo è la migliore soluzione.
Andare in affitto conviene quando in particolare si hanno contratti lavorativi atipici. Nel dettaglio non indeterminato, e quando si sa che non si hanno tutte quelle garanzie per potersi lanciare in una richiesta di mutuo.
Di certo, non si pagherebbe l’IMU sulla casa, non essendo proprietari ed inizialmente si ha una visione di vincolo nel pagamento, molto più breve del mutuo. I contratti di fitto generici infatti sono tendenzialmente di 4 anni + 4, i contratti di mutuo prevedono una estinzione di almeno 25 anni.
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Una scelta sempre difficile, ma mai come in questo caso bisogna farsi davvero, come si suol dire, i conti della serva.
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