Una misura che permette di annullare le proprie cartelle esattoriale, che in pochi conoscono: ecco il procedimento senza l’avvocato
In un periodo economico molto difficile, un ulteriore timore potrebbe essere quello di una improvvisa notifica di una cartella esattoriale.
Spesso, che sia per una multa non pagata, un bollo auto dimenticato, o altro, ecco che ci vediamo recapitare la fatidica letterina in cui all’interno ci sono gli importi da corrispondere con le relative more.
Un fulmine a ciel sereno, che di certo non ci fa stare tranquilli. Ma se riteniamo che in quella cartella qualcosa non sia corretto, si può avanzare una richiesta anche senza il proprio avvocato. Ecco come fare.
Annullare le cartelle esattoriali in autonomia
Annullare in tutta autonomia le cartelle esattoriali, per chi non lo sapesse, è una soluzione possibile. Certo, è possibile comunque affidarsi ad un avvocato o un professionista in materia se comunque si hanno dubbi, o si preferisce essere maggiormente tutelati.
Ma laddove si dovesse intuire o capire che, per qualche motivo, che sia un vizio di forma o un errore, la cartella fosse illegittima, è possibile contestarla autonomamente. Come? Si tratta dell’autotutela, ed è un procedimento legale indicato dalla stessa Agenzia delle Entrate tramite una sua comunicazione.
In questo modo è possibile allontanare lo spauracchio delle cartelle esattoriali cercando di limitarne laddove non fosse corretto ciò che è stato notificato.
Come si procede
Sono numerosi i controlli che sta eseguendo l’Agenzia delle Entrate, ma qualcosa può sempre sfuggire. Procedere in autonomia è molto semplice. Laddove ci si dovesse ravvedere di un presunto errore, è possibile avanzare richiesta di annullamento, o rettifica, direttamente presso l’Agenzia delle entrate o direttamente verso l’Ente che ne richiede la riscossione.
La stessa Agenzia delle entrate mette a disposizione un modello da compilare, di istanza di autotutela, da inviare poi al rispettivo ente. All’autotutela vanno allegate documentazioni o informazioni essenziali che certificano tutti gli elementi che, in un certo senso, sbugiardano il provvedimento.
LEGGI ANCHE: Bonus INPS di 1.800 euro al mese per tre anni: ecco come fare richiesta
In caso di rigetto, è possibile appellarsi comunque al Giudice tramite ricorso. Laddove dovesse essere rettificata, potrebbe esserci l’annullamento della cartella o la riduzione di importo. Diversamente dovesse essere confermata la sanzione, si potrebbe essere costretti a pagare in tempi brevi.