Shanti De Corte, una ragazza belga di 23 anni, ha scelto di essere sottoposta ad eutanasia a seguito di una profonda sofferenza psichica. La giovane era una superstite degli attacchi terroristici all’aeroporto di Bruxelles
Mentre ancora in Italia non è ancora legale scegliere il proprio destino optando per il suicidio assistito in caso di malattie gravi e terminali, in Belgio è accaduto che è stata approvata la richiesta di eutanasia per una giovane di 23 anni per sofferenza mentale insopportabile.
La ragazza in questione si chiamava Shanti De Corte. Aveva 17 anni quando fu testimone degli spaventosi attacchi terroristici avvenuti all’aeroporto Bruxelles il 22 marzo 2016 che hanno causato 32 vittime. Shanti ne uscì illesa, almeno il suo corpo lo fu. Il suo spirito è stato irreversibilmente intaccato, gettandola in una depressione così grave da non essere riuscita a venirne fuori.
In seguito agli attacchi terroristici di Bruxelles, Shanti De Corte ha continuato a soffrire di gravi attacchi di panico e frequenti episodi di ansia. Non riusciva a superare l’angoscia di rivivere nella sua mente la tragedia a cui aveva assistito.
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É stata seguita da diversi psichiatri, è entrata e uscita dagli ospedali per anni. Nel 2018 e nel 2020 ha tentato il suicidio fino a giungere alla richiesta di eutanasia per insopportabile sofferenza psichica che, alla fine, è stata approvata. La ragazza è deceduta il 7 maggio, circondata dalla sua famiglia. “Mi sveglio e prendo medicine a colazione, poi fino a undici antidepressivi al giorno. Senza non posso vivere, ma con tutte queste medicine non provo più niente, sono un fantasma” – raccontava Shanti secondo quanto riportato dal magazine Leggo.it.
La madre Marielle ha raccontato come l’attacco abbia devastato emotivamente sua figlia. Dopo quel giorno non si è più sentita al sicuro. “Le hanno portato via lo spirito e tutta la sua energia” – ha detto Marielle. “Nell’estate del 2016 abbiamo fatto un viaggio in Francia. Shanti non ha mai lasciato l’hotel una volta. Non voleva andare in posti dove c’erano altre persone”.
La vicenda è venuta a galla dopo che l’emittente televisiva belga Rtbf ne ha parlato in un servizio del programma #Investigation, a insaputa della famiglia. I legali dei De Corte hanno dichiarato: “La famiglia ha delle riserve sul rispetto della deontologia e dell’etica. Inoltre, la relazione contiene diversi errori fondamentali. I parenti di questa vittima degli attentati chiedono che venga rispettata la loro privacy e tranquillità”.
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Rtbf ha replicato di aver contattato più volte i familiari di Shanti senza avere risposta. Lo scopo del servizio era quello di portare alla luce le conseguenze dei sopravvissuti a questi terribili eventi. “L’indagine si concentra sul follow-up, sull’aiuto fornito alle vittime e mette in evidenza ciò che non ha funzionato in termini di assistenza e supporto, sia dal punto di vista terapeutico che finanziario, ecc.” – hanno dichiarato.
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