Parlare di eredità non è mai facile, perché è sempre collegata alla morte di qualcuno. Quindi il dispiacere e il lutto sono in ogni modo in primo piano.
Molte sono le domande circa l’eredità ed il suo funzionamento, soprattutto le modalità con cui entra in atto. Dopo la morte di un coniuge o di un familiare, dopo il lutto, è necessario gestire la parte burocratica.
Solitamente la parola eredità è collegata ad un testamento, fortune, tesori che vengono appunto ereditati dalla persona defunta. Succede spesso che il patrimonio passa da padre in figlio. Ma quando i coniugi morti non hanno figli a carico, a ci va l’eredità? C’è inoltre pure la possibilità di ricevere l’eredità anticipata.
Il collegamento quindi tra eredità e soldi o possedimenti è inevitabile. Tuttavia non è sempre così. Cosa succede quando ad essere ereditati sono i debiti? Scopriamolo
Quando qualcuno muore, dopo la sepoltura, bisogna occuparsi delle pratiche burocratiche. Se la persona defunta era pensionata, bisogna dichiararlo all’INPS per deve provvedere alla sospensione della pensione.
Se alcuni debiti non risultano pagati, come bisogna procedere con le cartelle esattoriali del defunto? Se si accetta l’eredità della persona che è venuta a mancare, non si erediterà solo il patrimonio ma anche gli eventuali debiti. Se risultano cartelle esattoriali non pagate, bisogna provvedere al saldo.
Agli eredi tocca quindi pagare i debiti, anche se saranno esentati dalle sanzioni accessorie, le quali non sono ereditarie. È quindi necessario che qualsiasi erede valuti prima di accettare l’eredità, bisogna infatti capire se conviene o meno. Ovviamente bisogna fare attenzioni a molti accorgimenti.
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La comunicazione del decesso, infatti, deve avvenire entro 30 giorni, in questo modo le cartelle esattoriali saranno notificate agli eredi e nel domicilio fiscale indicato da loro. Se la comunicazione della morte non si comunica entro 30 giorni, la notifica è impersonale e avviene presso l’ultimo domicilio dell’erede.
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