Mancano ancora tate risposte all’incidente che ha visto le due sorelle, Giulia e Alessia, morire travolte da un treno Frecciarossa a Rimini.
Il 31 luglio scorso, l’Italia si è svegliata con una delle notizie più terribili. Due adolescenti, due sorelle, Alessia e Giulia Pisanu sono morte a seguito di un incidente ferroviario.
Le ragazze sono state travolte da un treno ad alta velocità che non ha lasciato loro scampo. Unite nella vita e così anche nella morte, le due sorelline sono spirate in pochi secondi e sotto gli occhi dei pendolari che aspettavano il treno quella mattina, intorno alle 7. Tanti i racconti dei testimoni, tante lacrime e domande senza risposta: “perché erano sui binari?”, “stavano attraversando?” e ancora tantissimi interrogativi a cui nessuno potrà mai trovare una risposta certa. Forse nessuno mai conoscerà le risposte anche perché le telecamere di videosorveglianza non hanno ripreso il momento dell’incidente. A parlare sono i tanti testimoni che, facendosi forza e con un groppo alla gola, stanno aiutando le Forze dell’Ordine a far luce sulla vicenda.
Due ragazze come tante, con sogni e desideri, con voglia di crescere e di diventare grandi. Adesso Alessia e Giulia non potranno più fare queste cose e rimarranno per sempre due ragazzine nel cuore di chi le amava. Straziante il ricordo del padre che dice di aver sentito Alessia, che l’ha chiamato da un altro cellulare. Gli avrebbe detto che stavano tornando a casa e che a Giulia avevano rubato il cellulare e la borsetta. L’uomo è sconvolto e ha dichiarato di aver sempre accompagnato le figlie e di esserle sempre andate a riprendere dopo una serata tra amici, ma quel giorno non stava bene e le ragazze lo avevano tranquillizzato dicendogli che sarebbero tornate da sole col treno.
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Potrebbe essere anche questa rapina la ragione per cui un testimone dichiara che le ragazze non fossero lucide. Secondo i vari racconti, sarebbe stata una delle due sorelle a scendere per prima sui binari, probabilmente per raggiungere la banchina da cui prendere il treno per tornare a casa. L’altra l’avrebbe seguita e forse si sarebbe anche accorta del pericolo imminente e avrebbe tentato di salvarla.
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La mamma delle ragazze, Tania, come riporta il Corriere di Bologna, avrebbe detto: “È un grande dolore. Erano due giovani molto responsabili e non mi spiego“. Avrebbe confessato al sindaco Carlo Gubellini e poi continua “Non ci sono parole per questo dolore, tanti perché che resteranno senza risposta”.
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