Ci sono determinati atteggiamenti che, se avuti sul lavoro, possono essere perseguiti penalmente o civilmente. Puoi chiedere un risarcimento sul lavoro se succede questo
Ottenere un lavoro nel periodo storico in cui stiamo vivendo non è di certo facile, ma quando si viene assunti, bisogna poi cercare di vivere anche in un ambiente sereno.
Oggigiorno è difficile trovare lavoro per via della crisi economica che stiamo vivendo. Tuttavia ci sono modi per trovarlo senza esperienza o anche da casa, creandosi una propria attività e senza dipendere da nessuno. Quando però si viene assunti in un ambiente già coalizzato o molto competitivo, è facile essere oggetto di atteggiamenti e comportamenti discriminatori da parte di un superiore o di un collega. Sul luogo di lavoro infatti, anche se si tratta di persone adulte, possono nascere fenomeni di “bullismo” che però riguardano appunto i “grandi”.
Quando sul luogo di lavoro nascono atteggiamenti violenti o di discriminazione nei confronti di un altro lavoratore, stiamo assistendo a quel fenomeno che prende il nome di Mobbing. Questi comportamenti possono ledere la dignità personale e professionale di una persona. Si tende infatti ad escludere la persona in questione dall’ambiente lavorativo. Gli viene quindi impedito di partecipare alle riunioni, ai corsi di aggiornamento, alle cene aziendali o qualsiasi altra attività che bisogna fare insieme.
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Oppure gli vengono sottratte le proprie mansioni e questo si ritrova a non poter svolgere nessun incarico. Spesso si hanno addirittura atteggiamenti violenti sia fisicamente che verbalmente. Che il mobbing venga preso in considerazione dalla Cassazione, è necessario che ci siano due elementi importanti. Quello oggettivo, e quindi provare che ci siano stati dei comportamenti aggressivi e violenti, ma anche quello soggettivo, ovvero dell’intenzione persecutoria. Questi due principi sono indispensabili per poter distinguere il mobbing dallo straining.
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La vittima che subisce mobbing quindi può rivolgersi al giudice, in quanto questo viene considerato un vero reato. In base al codice penale è infatti prevista la reclusione fino a 6 anni. Ma non solo, il lavoratore vittimo di questi atteggiamenti persecutori ha anche diritto a ricevere un risarcimento economico. Lo stress subito, può avere avuto conseguenze dal punto di vista psicologico.
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