Le vendite giudiziarie possono rappresentare davvero un’ottima occasione per comprare casa ed abbattere i costi. Del resto questo metodo di acquisizione ha un indubbio vantaggio economico, dato che l’immobile in questione viene presentato con un prezzo minore del suo effettivo valore.
I vantaggi economici di un’asta sono indubbi – nella maggior parte dei casi. Tuttavia, bisogna prendere atto di alcune questioni. Il mondo delle aste è complesso e districarsi tra le varie procedure è tutt’altro che facile. Un errore di forma potrebbe compromettere l’intera offerta.
Ma se tutto procede per il meglio e si conclude l’affare, bisogna capire quali sono i costi che si devono affrontare oltre al solo acquisto dell’immobile. Ci sono varie spese da pagare, come le imposte, il compenso del notaio, la cancellazione delle ipoteche, ecc. che vanno a costituire un insieme di costi accessori.
L’ammontare e la tipologia delle spese accessorie dipendono dal tipo di uso che si intende fare dell’immobile:se l’acquirente è un privato o una società e se l’immobile verrà usato come prima o seconda casa.
Le principali spese che si devono pagare sono l’assegno di cauzione, l’imposta di registro, le spese di condominio (se non state pagate dall’esecutato nell’anno in corso e nel precedente), il compenso del delegato alla vendita ed il notaio, in caso di mutuo.
Quando si svolge un’asta giudiziaria, il tribunale competente incarica un professionista delegato – come un avvocato o un commercialista – si occuperà della procedura relativa al trasferimento del bene. Ebbene, questa figura non opera affatto gratuitamente, metà del suo compenso dovrà essere versato dall’acquirente e sarà calcolato sul valore dell’immobile.
Indicativamente, i parametri di calcolo sono i seguenti:
– 550€ per un valore pari o inferiore a 100.000 euro;
– 825€ per un valore tra 100.000 euro e 500.000 euro;
– 1.100€ per un valore superiore ai 1.100€.
Nelle aste immobiliari, a differenza delle normali compravendite, non ci sono spese notarili relative all’atto di compravendita, dato che al suo posto c’è il decreto di trasferimento del tribunale.
Nel caso in cui, però, l’acquirente decida di chiedere un mutuo in banca, egli dovrà obbligatoriamente rivolgersi a un notaio.
Per quanto riguarda l’imposta di registro, questa ammonta al 2% del valore dell’immobile per l’acquisto di una prima casa e al 9% per una seconda casa.
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