Il trattamento di fine rapporto è una somma che viene corrisposta ad ogni lavoratore dipendente ogni volta che viene interrotto un contratto di lavoro. Fino a quel momento, la somma (a meno che non si scelga diversamente) rimane in azienda ed il datore ne dispone come desidera. A volte capita di non vederselo corrisposto, cosa fare in questi casi.
Ad ogni rapporto di lavoro interrotto – qualunque ne sia la causa, licenziamento, dimissioni o pensionamento – l’azienda deve corrispondere al dipendente uscente il TFR, una somma di denaro che viene accantonata ogni e che corrisponde ad una mensilità per ogni anno.
E’ ovvio che se si lavora per un’azienda per poco tempo non si riceveranno grandi cifre, ma se la permanenza è stata lunga anni, il Tfr può costituire una cifra davvero importante su cui contare per davvero.
Non è obbligatorio lasciare il Tfr in azienda. Per esempio, si può disporre di questa cifra decidendo di convogliarla in un fondo pensionistico. In questo modo si aggirerà un problema in cui si può incappare quando si decide di lasciare il proprio denaro in mano altrui.
Tfr non pagato, l’Inps attiva un nuovo portale
Nel caso in cui il datore di lavoro non paghi il Tfr bisogna seguire una lunga procedura.
Mandargli dapprima una raccomandata e poi avviare un procedimento giudiziario presso il giudice del lavoro per cercare di ottenere quello che spetta.
Si tratta di un lavoro fastidioso – che ha pure dei costi – ma è necessario svolgerlo, a meno che non si voglia perdere il proprio diritto al Tfr.
Come per tutte le cose, anche per richiedere il Tfr c’è un tempo di prescrizione. Una volta raggiunto si decadrà dal proprio diritto.
Se si è seguita tutta la procedura, ma il datore di lavoro non ha voluto o non ha corrispondere alcunché, si può chiedere all’Inps di fare le sue veci.
Esiste un fondo di garanzia che ha il compito di versare questa cifra al lavoratore che non l’ha ricevuta.
Ora l’Inps ha creato una piattaforma digitale per poter presentare questa richiesta in modo molto più agevolato e veloce.