Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è un insieme di progetti, finanziati con fondi europei, che comprendono sei missioni. Il Piano prevede un’ambiziosa agenda di riforme, che riguardano la pubblica amministrazione, la giustizia, la semplificazione e competitività.
Il PNRR ha un fondo con risorse pari a 191,5 miliardi di euro, divisi nei seguenti modi: 40,32 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 59,47 miliardi per rivoluzione verde e transizione ecologica; 25,40 miliardi per infrastrutture per una mobilità sostenibile; 30,88 miliardi per istruzione e ricerca; 19,81 per inclusione e coesione; 15,63 per salute.
I finanziamenti del PNRR prendono forma concreta attraverso diverse agevolazioni. L’obiettivo ultimo è quello di creare un’economia sostenibile, garantendo anche una realizzazione rapida dei progetti.
Il Piano Nazionale Transizione 4.0 ha lo scopo di incentivare lo sviluppo tecnologico e sostenere la trasformazione digitale. Il Piano verrà portato avanti grazie ai fondi Pnrr, che prenderanno la forma di crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali; ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione; formazione 4.0.
Le coperture possono essere di vario tipo a seconda delle finalità del progetto; generalmente vanno dal 10% al 40% e non superano mai il 50%. Molto dipende dalla tipologia dell’azienda. In questo caso, si preferisce dare la priorità alle imprese più piccole.
Questo contributo ha lo scopo di aumentare le opportunità di crescita di un’azienda sui mercati esteri. Il sace Simest da accesso a liquidità a tasso agevolato, con una quota di fondo perduto fino al 25%.
Le spese che possono essere coperte dalle imprese sono l’acquisto di strumenti per la vendita a livello internazionale (come la costituzione di e-commerce) e tutto ciò che è correlato al marketing.
Gli incentivi agevolativi più importanti, dedicati ai programmi d’investimento di grandi dimensioni, sono i contratti di sviluppo. Con questi strumenti è possibile aiutare la realizzazione di programmi di ricerca e sviluppo, e anche opere infrastrutturali. L’ente che se ne occupa è Invitalia. Il progetto deve avere un budget che non sia inferiore a:
– 10 milioni di euro per i programmi di sviluppo industriali e la tutela ambientale;
– 3 milioni di euro per le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
– 5 milioni di euro per le attività turistiche.
Per volontà del ministero delle politiche agricole, è stato aperto il quinto bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare. Questo intervento ha una dotazione finanziaria totale di 1.203 milioni di euro.
Coloro che desiderano partecipare devono creare una filiera (sottoscrivendo un accordo) e portare avanti un progetto che abbia rilevanza nazionale.
Il bando copre spese relative ad acquisto di beni materiali ed immateriali, investimenti per la trasformazione e la vendita di prodotti agricoli, spese per il marketing e per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Considerando l’importanza che i progetti dovranno avere, le spese coperte variano dai 4 ai 50 milioni di euro.
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