Fondo Imprenditoria Femminile, chiuso: cosa fare adesso

E’ boom di richieste al Fondo Imprenditoria Femminile. Già nel primo giorno di apertura del bando sono state inviate più di 5.000 richieste. Si tratta di numeri che fanno capire l’entità dell’importanza di questi fondi. Moltissime imprenditrici o aspiranti tali aspettavano quest’occasione per avviare o rinforzare la propria attività.

Per gli addetti ai settori non è affatto una sorpresa. Del resto, era uno dei bandi nazionali più attesi dell’anno. Tutto merito delle condizioni di accesso molto aperte. Il bando era rivolto a tutte le donne che avevano l’intenzione di avviare o di rafforzare la propria attività imprenditoriale. Il fondo concedeva un’ampia fetta di finanziamento a fondo perduto.

Ciò significa che le aspiranti imprenditrici potevano provare ad avviare la loro attività con una fetta consistente di soldi regalati. I soldi a fondo perduto, infatti, non devono essere restituiti. Anche questo fa capire perché questo bando fosse oggetto di attenzione da parte di molti. Il problema è che sono arrivate davvero troppe richieste.
Il primo giorno di apertura sono state superate le 5.000 domande!

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Il bando aveva un sistema ad esaurimento fondi. Ossia, accoglie le domande fino a quando si ritiene di poter erogare i finanziamenti. Con l’arrivo di più di 5.000 domande in un giorno, l’ente erogatore – Invitalia – ha ritenuto di dover chiudere lo sportello. Del resto ogni singolo progetto inviato può richiedere fino a 2 milioni di euro. Con 5.000 domande, i 200 milioni di fondi stanziati non sono più stati sufficienti.
Tuttavia, dato che si tratta di una notevole opportunità, Invitalia ha deciso di riaprire il bando con delle condizioni di accesso più stringenti. In questo modo, è possibile continuare a finanziare i sogni delle donne, ma in un’ottica più ristretta. Purtroppo, non è possibile aiutare tutti.

Fondo imprenditoria femminile, ha riaperto il 24 maggio. Ecco le nuove condizioni

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Invitalia ha disposto la riapertura dello sportello il 24 maggio. Potranno tornare ad inviare la domanda, però, solo le imprese già costituite. L’ente ha, così, la possibilità di concentrare tutte le proprie forze sulle donne che hanno già alle spalle un’azienda.
Si deve ricordare che Invitalia, quando si chiamava ancora Sviluppo Italia, era andata in fallimento per aver finanziato progetti che non erano riusciti ad avere un vero futuro. Anche per questo motivo, Invitalia ha deciso di dare priorità ad aziende già avviate, che quindi sono più solide rispetto ad una nascente.
L’altro motivo che ha indotto l’ente a prendere questa decisione è che esiste già un bando dedicato al finanziamento di imprese nascenti, l’ON. Per cui, è ovvio che i fondi dei questo bando dedicato alle donne siano dedicate ad una categoria che, attualmente, rimane un po’ più scoperta.
Non tutte le aziende possono partecipare al bando. Si dovrà andare a controllare il Codice ATECO sul sito dell’ente: si è deciso di dare priorità alle attività dedite al commercio al dettaglio, ossia quelle che sono state maggiormente colpite dalla pandemia.

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