L’auto elettrica è l’auto del futuro: ormai se ne sono resi conto praticamente tutti. I vari stati hanno adottato svariate misure per incentivare l’acquisto di questo mezzo, e anche l’Italia non è da meno. Il governo ha deciso di dare dei bonus a chi decide installare le colonnine necessarie per la ricarica.
Ci son tre tipologie differenti di bonus per chi deve installare le colonnine elettriche di ricarica: il Super Ecobonus 110% è sicuramente l’opzione più vantaggiosa a disposizione. Il Decreto Rilancio 34/2020 ha inserito questi apparecchi tra la lista degli interventi che si possono fare. Se ne potrà usufruire fino al 2023, mentre dal 2024 l’aliquota di detrazione scende al 70% e al 65% nel 2025.
In questo modo, l’Agenzia delle Entrare restituirà la cifra spesa, più un piccolo bonus del 10% nell’arco di 4 anni. Se non si vogliono aspettare 48 mesi per ricevere tutti i soldi indietro si può chiedere all’impresa o ad un intermediario di intervenire con lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Bisogna però chiarire che l’installazione di una colonnina di ricarica elettrica, all’interno del Super EcoBonus, costituisce un intervento trainato. Per cui, per poter avere i soldi indietro, si dovrà realizzare un intervento trainante, come la coibentazione termica per più del 25% delle superfici disperdenti dell’edificio oppure sostituzione dell’impianto di riscaldamento. Tutti gli interventi realizzati devono poi portare ad una salita di due classi energetiche dell’attestato di prestazione energetica APE.
Quanto si può detrarre
La detrazione relativa all’installazione di una colonnina di ricarica elettrica prevede un tetto massimo di spesa, ossia non è possibile spendere quanto si vuole se si vuole avere l’intera spesa coperta.
Per gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti situate all’interno di edifici pluri-familiari sono concessi fino a 2.000 €. Per gli edifici pluri-familiari o i condomini che installino un numero massimo di 8 colonnine il limite raggiunge i 1.500 €, mentre se le colonnine sono più di 8 la cifra si abbassa a 1.200 €.
All’interno di queste cifre si possono inserire le spese per l’aumento della potenza del contatore fino a 7kW.
La cifre detraibili non riguardano solo l’esecuzione dei lavori, ma è possibile inserire un largo ventaglio di spese come la progettazione; la messa in regola dell’impianto elettrico esistente; l’acquisto dei materiali; le spese per far redigere la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti; tutti altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione dei lavori.
Incentivi per le società
E’ possibile usufruire anche di un bonus erogato da Invitalia per quanto riguarda l’inserimento delle colonnine elettriche. L’incentivo è rivolto alle imprese (possono partecipare anche persone fisiche in relazione ad un’attività d’impresa a cui fare riferimento) con un contributo, in unica soluzione, in conto capitale pari al 40% delle spese ammesse.
Per le infrastrutture di ricarica in corrente alternata di potenza da 7,4 kW a 22 kW sono concessi 2.500 euro per l’acquisto di un wallbox con un solo punto di ricarica e di 8.000 euro per colonnine con due punti. Invece, per le infrastrutture di ricarica in corrente continua sono concessi: 1.000 €/kW fino a 50kW, 50.000 € per un colonnina oltre i 50 kW e 75.000 € per una che superi i 100 kW.
Bonus ristrutturazione 50%
Esiste una misura molto simile al Super Ecobonus del 110%, dato che le modalità di richiesta sono simili ma il rimborso copre solo il 50% delle spese per un massimo di 3.000 euro: la somma verrà restituita in 10 anni.
Per poter usufruire del bonus si deve acquistare un sistema di potenza addizionale fino ad un massimo di 7 kW e l’utilizzo deve essere limitato alle abitazioni private. Inoltre, l’intervento può beneficiare dell’aliquota IVA agevolata del 10%, rispetto a quella ordinaria del 22%, se le colonnine sono inserite insieme ad un impianto fotovoltaico, e contenute nel medesimo contratto di appalto.