E’ possibile farsi rimborsare ben i 50% dell’odiata tassa sugli immobili. E’ il decreto Energia a stabilirlo, ma si tratta di una prerogativa delle imprese turistiche, e quindi moltissime categorie professionali ne rimangono escluse. Ecco quali sono i requisiti per accedervi e come si ottiene il rimborso.
Il Decreto Energia si concentra sulle imprese e contiene molte misure per sostenerle nel loro percorso. Moltissime misure cercano di arginare il rincaro delle principali utenze con il potenziamento di alcun bonus già esistenti e la creazione di altri.
Tuttavia, considerando anche il difficile periodo storico ed economico che moltissime aziende si sono ritrovate ad affrontare – soprattutto quelle attive nel settore turistico – il Decreto è stato dotato di una misura speciale per questa categoria: il rimborso del 50% della seconda rata dell’IMU.
Il rimborso spetta a tutte le attività che si occupano di ricezione turistica, anche agri-turistica, nel complesso: quindi non sono inclusi solo hotel, alberghi e pensioni, ma anche strutture ricettive all’aria aperta, edifici che ospitano congressi e fiere, parchi acquatici, termali e faunistici.
Quali sono i requisiti per accedere
Per poter aver diritto a questo vantaggioso rimborso bisogna rispettare determinati requisiti, gli immobili devono rientrare nella categoria catastale D/2. I proprietari degli immobili che presentano la richiesta devono pure essere i gestori dell’attività turistica in questione.
Inoltre, per poter richiedere i rimborso si deve aver subito un calo del fatturato di almeno il 50% rispetto al 2019.
Per poter fare domanda, bisogna usare il modello F24, dato che questo bonus prende la forma di un credito d’imposta, quindi si ottiene tramite rimborso.
Il credito d’imposta non si va a sommare al reddito, quindi non rientra poi nel calcolo delle imposte sui redditi.
Il fondo destinato a questo bonus per il rimborso dell’Imu contiene 15,6 milioni, pertanto è bene affrettarsi nel presentare la domanda per evitare che i soldi vengano esauriti presto.
