Chi interrompe la propria carriera accademica può aver diritto ad un assegno: come si fa ad ottenerlo e come funziona.
La Dis-Coll è un’indennità di disoccupazione pensata per tutti coloro che svolgono lavori atipici. Si pensa che questo strumento di sostegno al reddito sia rivolto principalmente a coloro che svolgevano delle collaborazioni, ma non è esattamente così.
Il ventaglio di persone che ne ha diritto si rivela piuttosto ampio: infatti, in determinate condizioni possono averne diritto pure assegnisti e dottorandi universitari.
Gli assegnisti di ricerca sono quelle figure professionali che operano nel mondo della ricerca, percependo assegni come stipendio. La retribuzione di un assegnista, di solito, varia da 1 a 3 anni, in base al bando di concorso che si è superato; non si possono, però, superare i 6 anni di cumulo.
I dottorandi, invece, sono degli studenti che hanno avuto accesso al più alto grado di istruzione dell’ordinamento accademico italiano. Il dottorato dura dai 3 ai 5 anni.
Le figure che hanno diritto, per quanto riguarda il settore accademico, al Dis-Coll sono dei professionisti o degli aspiranti tali. Per questo motivo, i dottorandi che possono far richiesta di questa forma di aiuto sono solo quelli che hanno ricevuto una borsa di studio.
Chiarito questo pre-requisito necessario per questa categoria, bisogna subito sapere che per avere diritto all’assegno “di disoccupazione”, sono assegnisti e dottorandi che hanno perso il lavoro in maniera involontaria. Quindi, se, per qualche motivo, si ha deciso di rinunciare all’assegno o alla borsa di studio, non si può avere la Dis-Coll.
Un altro elemento fondamentale è quello di essere stati iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, ossia aver versato i contributi quando si lavorava o si studiava.
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Si può fare domanda per l’assegno a partire dall’ottavo giorno successivo alla fine del rapporto lavorativo. Bisogna stare ben attenti, perché c’è un limite temporale di 68 giorni: è bene non tergiversare se non si vuole incappare in brutte sorprese.
Le modalità di presentazione sono quelle classiche per ogni domanda di questo genere, ossia attraverso il portale dell’INPS, nell’area personale MyInps.
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L’ultima Legge di Bilancio ha potenziato questa forma di sostegno al reddito, aumentandola da 6 a 12 mesi, ossia il doppio.
L’importo dell’assegno è calcolato su un 75% del reddito mensile, ma che non sia superiore a 1258,87 euro, più un 25% della retribuzione media che supera 1258,87 euro. Comunque, il totale non può essere superiore ai 1360,77 euro.
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