Il Belgio, per offrire un opzioni di impiego più flessibili, introdurrà una settimana lavorativa di 4 giorni. Un provvedimento simile sarà possibile anche in Italia?
Il Belgio ha proposto di spalmare le ore settimanali dei contratti a tempo pieno su quattro giorni anziché su cinque. In questo modo i dipendenti avrebbero un giorno di pausa in più a settimana, anticipa il ministro del lavoro Pierre-Yves Dermagne. Il lavoratori del Belgio avranno, secondo questo provvedimento, la possibilità di lavorare ore in più durante i giorni consueti per rimanere poi un giorno a casa in più. Per l’Italia invece è possibile un ragionamento del genere?
Come funziona la riforma del lavoro in Belgio
Oltre a questo provvedimento la riforma belga vuole introdurre il diritto alla formazione dei lavoratori per le aziende con almeno 20 dipendenti. Un altro diritto che sarà introdotto sarà quello di disconnessione per proteggere l’equilibrio dei lavoratori sulle piattaforme digitali. Chi invece ha un contratto part-time variabile dovrà essere avvisato per gli orari da seguire una settimana prima dei giorni lavorativi e non più cinque giorni prima. Come supporto alla genitorialità i dipendenti potranno chiedere di lavorare più ore in una settimana per lavorarne di meno quella successiva. Tutti questi provvedimenti e molti altri, sono stati adottati dal Belgio con l’obbiettivo di raggiungere nel 2030 un tasso di occupazione dell’80% (mentre attualmente arriva al 71%).
In Italia questi traguardi sembrano ancora anni luce lontani. Se è vero che ora lo smartworking è molto più diffuso, è anche vero che una settimana lavorativa di quattro giorni è adottata solamente da due aziende di Milano.
I temi che interessano ora al governo sembrano andare verso altre rotte; dal rincaro delle bollette al reddito di cittadinanza, il tema degli orari di lavoro sembra proprio non interessare in questo particolare momento storico.