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Economia

Perché investire in diritti musicali

Published by
Carolina Gaggero

Guadagnare con la musica è possibile, anche per chi non è un musicista: ecco come fare a guadagnare soldi con la musica.

Perché investire in diritti musicali – tuttogratis.it

La musica non è solo un ottimo modo di passare il tempo (sia che si pratichi o che si ascolti). Da sempre, la pratica musicale è ritenuta arricchente dal punto di vista culturale, formativo e personale: è per questo motivo che la pratica ne è caldamente incoraggiata, anche attraverso l‘erogazione di bonus statali che permettano a tutti di seguire dei corsi o delle lezioni. Del resto, ogni febbraio tutta l’Italia si ferma per seguire il Festival di Sanremo.
In realtà, con la musica ci si può anche guadagnare, senza per forza essere degli artisti. Non serve dire che le case discografiche hanno fatto milioni, se non miliardi, di guadagni attraverso questo tipo di investimento. Ma ora la platea si allarga: non sono solo i famosi manager delle case discografiche che possono arricchirsi, ma anche persone normali attraverso un nuovo metodo di investimento. Per poter avere dei guadagni extra – ma anche più importanti dal punto di vista dell’importo – non serve più gettarsi in azzardati investimenti bancari, c’è un altro modo.

Guadagnare con la musica

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Oltre ad acquistare il disco del nostro cantante preferito o altri tipi di merchandising a lui legati, si possono anche comprare i diritti delle sue canzoni o dei suoi album; si possono anche acquistare le rendite delle royalties. Tutto questo è possibile attraverso l’suo della piattaforma “Royalty Exchange”. In questo modo si può guadagnare acquistando i diritti dei brani e la loro proprietà intellettuale.
Il funzionamento è molto semplice: chi ha comprato le royalty musicali percepirà i dividendi in base alla performance del catalogo che si ha acquistato. L’importo del pagamento si baserà sulla quantità di copie, fisiche e digitali vendute, sul numero di download sotto forma di clip musicali o suonerie, sulla frequenza con cui le canzoni vengono trasmesse su YouTube e Spotify e anche in base alle volte in cui le canzoni saranno usate in altri media, come film, programmi TV o spot pubblicitari.
I dati a riguardo sono positivi. Per fare un esempio pratico, tra 2015 e 2016 le royalties del catalogo di Eminem sono cresciute del 43%; si tratta di un dato estremamente positivo.

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Royalty Exchange

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Tuttavia il mondo delle royalties non si chiude qui. Non ci può limitare solo ad comprare diritti musicali e ad aspettare che questi diano un rendimento, in base al successo dell’artista. E’ anche possibile vendere i propri futuri ricavi sulla piattaforma Royalties Exchange, dove sono attivi ben 22 mila investitori. A partire dal 2016, gli stessi artisti che hanno venduto i diritti delle loro canzoni hanno avuto a che fare con circa 14 milioni di investitori. In questo particolare caso, il sistema è basato sulle aste: quindi, vince chi offre di più.

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Il 25% dei diritti della canzone “You’re the First, the Last, my Everything” di Barry White è stato venduto per la cifra di 73.000 dollari.
Questo modo di investire può anche rivoluzionare il mondo della musica, perché è un metodo inclusivo che punta ad accogliere sempre più persone. Tutti possono entrarci e provare ad avere un guadagno in un settore che, solo nel 2016, ha generato 16 miliardi di dollari di ricavi. Inoltre, si tratta di un settore sempre in crescita, visto che per il 2030 è stimato un introito, solo per la musica trasmessa in streaming, dell’800%.

Carolina Gaggero

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