Si tratta di un modo reale per recuperare dei soldi che non sono stati erogati. Si possono ottenere fino a 5 anni di arretrati.
Può suonare strano, sopratutto se detto in un paese come l’Italia, dove moltissime persone hanno o godono di una pensione più alta del dovuto o sono riuscite ad andare in pensione molti anni prima dell’età minima pensionabile, con pochi anni di contributi sulle spalle.
Risulta ancora più bizzarro se si considerano tutti i discorsi che ci sono stati negli anni scorsi riguardo ai calcoli per la pensione. Ma, purtroppo è così. Ci sono molti pensionati che percepiscono una rendita ancora più bassa di quella che gli spetterebbe. Ma non si tratta di un errore di calcolo da parte dell’INPS. Ruota tutto intorno ai cosiddetti diritti inespressi.
Cosa sono i diritti inespressi
I diritti inespressi sono alcuni diritti che spettano al pensionato, ma che non vengono dati direttamente. Per goderne bisogna fare richiesta diretta all’INPS entro un determinato periodo, prima di perderli definitivamente. Per capire cosa siano questi diritti inespressi, bisogna aver chiaro che il rendiconto della pensione è composto da una moltitudine di voci, ma non tutte queste compaiono sugli assegni forniti dall’INPS.
La scarsa conoscenza della legislazione che riguarda l’argomento o la semplice distrazione possono portare molte persone a perdere migliaia di euro.
A dare il colpo di grazia, è stato il passaggio dal cartaceo al digitale. Ai pensionati non arriva più il modello Obis/M, in cui erano riportate tutte le voci, sia attive sia passive, della pensione lorda. Per poter visionare il modello Obis/M ci si deve rivolgere o ad un patronato o accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali.
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Perché è meglio attivarsi subito
Secondo le stime raccolte nei vari patronati, nel 25% dei casi verificati sono emersi chiaramente dei diritti inespressi. Con un’azione tempistica, i pensionati sono riusciti ad ottenere quello che gli spettava, anche retroattivamente.
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Ma bisogna stare attenti, perché i diritti inespressi cadono in prescrizione! Ossia se questi diritti fanno riferimento ad un periodo troppo remoto nel tempo, questi ultimi sono persi per sempre: in questo caso i pensionati perderebbero migliaia di euro di cui potevano usufruire. Per i diritti inespressi la prescrizione è di 5 anni. Di solito questi diritti entrano in vigore a partire dal 60° anno di età, pertanto è sempre bene fare un controllo appena si va in pensione o quando si spengono le 60 candeline sulla torta.