Roma è la città più bella del mondo. I suoi monumenti sono conosciuti in tutto il mondo, ma esistono anche dei piccoli angoli bellissimi, ma dimenticati.
La città eterna è il più grande orgoglio del nostro paese. Sorta 2700 anni fa, è una città dalla storia e dalla cultura sterminata. Passeggiare per le sue vie e sostare nelle sue piazze vuol dire ripercorrere i luoghi dove sono passati i più grandi condottieri ed imperatori dell’Antica Roma, (quasi) tutti i papi della Chiesta, i più famosi artisti del Rinascimento. Insomma tutto quello che di bello ed importante esiste a livello storico, artistico o culturale non ha potuto fare una capatina a Roma.
E questa sua importanza è riconosciuta a livello mondiale, infatti l’Urbe è una delle più importanti mete del turismo internazionale. Chi ha avuto la fortuna di andarci non avrà potuto esimersi dal farsi una foto o un selfie nei luoghi più famosi della città come il Colosseo, i Fori Imperiali, la Fontana di Trevi o la basilica di San Pietro. Sono tutti posti che ormai sono impressi nell’immaginario collettivo.
Tuttavia Roma è molto più di questo. I monumenti citati prima hanno fatto la Storia e la fama della città, ma in realtà la casa dei Cesari nasconde tanti luoghi nascosti, ancora lontani dai circuiti del turismo mainstream. Ecco alcuni luoghi sconosciti di Roma.
Il passetto del Biscione
Situato a pochi passi da Campo de’ Fiori,si tratta di un passaggio non molto visibile, in realtà, ma che dalla sua può vantare 2000 anni di storia. Infatti, in origine il passo faceva parte del Teatro di Pompeo. Si trattava del primo teatro in muratura della città, in sprezzo alle leggi che lo vietavano: Pompeo aggirò la normativa costruendo all’interno del complesso un tempio dedicato a Venere Vincitrice.
L’attuale nome deriva dalla presenza di un affresco sul soffitto rappresentante un’enorme anguilla. Si tratta di uno degli stemmi della famiglia Orsini, che fece costruire il proprio palazzo proprio sopra le rovine del Teatro di Pompeo.
A partire dal XVI secolo, il passetto ospitò l’edicola della Madonna della Misericordia: il ritratto della Vergine fu al centro di un miracolo nel 1796, infatti la sua effige venne vista muovere gli occhi. Dopo lo straordinario evento, l’immagine fu spostata in una chiesa, un luogo considerato più consono di un semplice vicolo chiuso. E così il passetto finì in abbandono per parecchi anni, non apparendo più di un passaggio sporco e maleodorante. Grazie al restauro operato dal Centro studi Cappella Orsini, il luogo è ritornato al suo antico splendore e se ne possono ammirare i meravigliosi affreschi.
La fontana della Nereide
In via Arenula si può ammirare una bella fontana di origine ottocentesca: si trova nel cortile del palazzo che si trova di fronte al ministero della Giustizia. La struttura è posta al centro di una nicchia ed è composta, nella parte inferiore, da una catino che raccoglie l’acqua a forma di conchiglia, ed in quella superiore, di una statua femminile che rappresenta una Nereide, una divinità marina.
La statua ha una parvenza di dinamismo per via del drappo che sorregge con il braccio sinistro teso verso l’alto: sembra che la ninfa stia per staccarsi dalla roccia su cui poggia i piedi e su cui l’acqua ricade. A completare questa deliziosa opera di fine ‘800, c’è una cornice di felci che circondano la base rocciosa.
La Basilica di Sant’Andrea della Valle
La Basilica non è tra le chiese più conosciute della capitale, ma in realtà è una degli edifici in stile barocco più belli. I lavori di costruzione iniziarono nel 1591 per volere di uno dei nipoti di Sisto V, e si prolungarono per molto tempo. L’edificio gode di fama riflessa grazie alla Tosca di Puccini: in una delle sue 8 cappelle, quella dei Barberini, è ambientata parte dell’opera. Ospita anche le tombe di 2 papi, Pio II e Pio III, che furono sposate qui nel XVII secolo dal loro luogo originario.
Ma il vero pezzo forte della chiesa è la sua cupola, seconda solo a quella di San Pietro, per ampiezza ed altezza. Le decorazioni su un capolavoro di illusionismo barocco, infatti la cupola è decorata con disegni raffiguranti il cielo stesso.
L’Arco degli Acetari
A due passi da Piazza Navona si può ammirare un angolo incontaminato della Roma medioevale. Si tratta di un vero e proprio luogo nascosto, visto che non è visibile dalla strada, ma bisogna addentrarsi fra i vari palazzi di via del Pellegrino, dopo aver superato il n.19. I colori caldi e le scalette esterne contribuiscono a creare un quadretto davvero pittoresco. Il luogo è un vero e proprio sopravvissuto dei vari rinnovi edilizi che la città ha vissuto nelle varie epoche. Si ritiene che il nome derivi dal termine “acetosari”, i venditori di acqua acetosa che probabilmente avevano il loro deposito proprio in questo luogo, che non dista molto da Campo de’ Fiori.
LEGGI ANCHE >>> Vuoi cenare a prezzi scontatissimi nei migliori ristoranti? ecco come fare
La fontana dei libri
LEGGI ANCHE >>> Trucco di come curare l’animale domestico con farmaci umani, spendendo pochissimo
La fontana si trova in via degli Staderari ed è posta in una nicchia, sormontata da un arco. La sua struttura è composta da una testa di cervo (simbolo di S. Eustachio), circondata da 4 libri antichi: si tratta di un omaggio all’Università della Sapienza. Infatti questa via prima si chiamava “via dell’Università” perché qui era posta La Sapienza. L’acqua fuoriesce da due segnalibri e cade nella vasca circolare sottostante. La fontana, in realtà, ha un’origine piuttosto recente: è del 1927 e fu realizzata, per volere del Comune, per ripristinare alcuni punti storici della città finiti in abbandono.