C’è un disturbo di cui molti soffrono ma non ne sono consapevoli. Di questa, però, non c’è una cura specifica: ecco quali sono i sintomi
Ti è mai capitato di provare un’irritazione fuori misura sentendo qualcuno masticare, tamburellare con le dita o respirare rumorosamente? Se la risposta è sì, e quella reazione è qualcosa che ti manda davvero fuori di testa, potresti avere a che fare con la misofonia.

Non si tratta di semplice fastidio, ma di una condizione reale, ancora poco compresa, in cui suoni anche banali possono generare reazioni emotive intense, come rabbia, ansia o agitazione. Alcuni studi suggeriscono che all’origine ci possa essere un problema a livello neurologico, altri ipotizzano un legame con disturbi di tipo psicologico. La verità è che la scienza sta ancora cercando di inquadrarla con precisione. Una cura vera e propria, per ora, non esiste, ma questo non significa che si debba convivere con il disagio in silenzio. Esistono terapie mirate e percorsi personalizzati che possono aiutare a gestire meglio i sintomi e migliorare la quotidianità.
Misofonia: ecco i sintomi
C’è chi non riesce a sopportare il suono di qualcuno che mastica, chi va in crisi al rumore ripetitivo di una penna cliccata nervosamente, o ancora chi sente salire la rabbia per il semplice respiro troppo forte di chi ha accanto. No, non si tratta solo di fastidi passeggeri: potremmo essere di fronte alla misofonia, una condizione reale e ancora poco compresa.

Il termine, che deriva dal greco e significa letteralmente “odio per i suoni”, indica una particolare intolleranza verso rumori specifici. Non parliamo di suoni forti o improvvisi, ma spesso di quelli più banali e quotidiani – dal sorseggiare il caffè al ticchettio dell’orologio. In chi soffre di misofonia, questi stimoli possono provocare reazioni di forte irritazione, ansia, nervosismo e persino episodi di rabbia incontrollata.
In molti casi, chi ne è affetto non se ne rende conto subito. Spesso, ci si convince di essere semplicemente “ipersensibili” o “intolleranti”, senza sapere che potrebbe esserci qualcosa di più profondo dietro quelle reazioni così forti. Le cause? Ancora oggi non c’è una spiegazione univoca. Alcuni studiosi ipotizzano che abbia a che fare con il modo in cui il cervello elabora i suoni, altri pensano che ci siano componenti emotive o esperienze traumatiche alle spalle. Il punto è che la misofonia esiste, e chi ne soffre non sta esagerando né “facendo storie per niente”.
Si può fare qualcosa?
Purtroppo, non esiste una cura specifica per la misofonia. Ma questo non significa che non si possa affrontare. In alcuni casi, il disturbo arriva a limitare la vita sociale, costringendo chi ne soffre a evitare luoghi affollati, pranzi in compagnia o situazioni lavorative condivise, pur di non doversi confrontare con quei rumori scatenanti.
Le strategie più efficaci al momento sono di tipo terapeutico: la psicoterapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, aiuta a gestire la reazione emotiva a quei suoni. Altre volte si lavora con tecniche di desensibilizzazione, o si ricorre alla sound therapy, che ha l’obiettivo di abituare l’orecchio (e la mente) a tollerare i rumori disturbanti.
Il primo passo, però, resta sempre lo stesso: riconoscere il problema. Sapere che la misofonia esiste, che non è una stranezza o una fissazione, può fare la differenza e aprire la strada a un percorso di miglioramento.