Studio Ghibli vs. ChatGPT: polemiche sulle immagini in stile Miyazaki generate dall’IA

L’uso dell’intelligenza artificiale per replicare l’estetica dello Studio Ghibli scatena dibattiti su copyright, etica e creatività umana.

​Negli ultimi giorni, una nuova funzionalità introdotta da ChatGPT ha suscitato un acceso dibattito nel mondo dell’arte e dell’intelligenza artificiale. Parliamo della “Ghiblificazione”, il nome con cui è stata battezzata. Andiamo a vedere la situazione più nel dettaglio e la risposta dell’autore, di OpenAI e di altre voci importanti.

Le immagini in stile Ghibli generate dall’IA fanno discutere: innovazione o violazione?
ChatGPT e il filtro “Ghibli”: omaggio creativo o minaccia al diritto d’autore? Ecco cosa sta accadendo. – (fonte: Instagram) – Tuttogratis.it

In pratica, OpenAI ha implementato una funzione che permette agli utenti di generare immagini nello stile distintivo dello Studio Ghibli, celebre per capolavori come “La città incantata” e “Il mio vicino Totoro”. Come abbiamo già anticipato, questa capacità ha portato alla cosiddetta “Ghiblificazione” di numerose immagini, trasformando fotografie personali e meme in opere che richiamano l’estetica dell’iconico studio giapponese. ​

Questa innovazione non è stata accolta universalmente con entusiasmo. Molti fan e critici hanno sollevato preoccupazioni riguardo ai diritti d’autore e all’etica di replicare uno stile artistico così distintivo attraverso l’IA. Hayao Miyazaki, co-fondatore dello Studio Ghibli, ha espresso testuali parole a riguardo “Sono fermamente convinto che l’animazione realizzata in AI sia un insulto alla vita stessa. Non riesco a guardarla e trovarla interessante. Chiunque crei questa roba non ha idea di cosa sia il dolore”. ​

Mentre, la figlia di Robin Williams, Zelda Williams, ha criticato l’uso dell’IA per replicare lo stile dello Studio Ghibli, sottolineando i pericoli ambientali e creativi legati a questa tecnologia. Ha evidenziato che l’affidarsi alle macchine per scopi artistici sminuisce lo sforzo e la creatività umana.

A questo punto una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto il copyright? E come può intervenire la legge in questi casi? Vediamolo insieme.

Ghiblificazione delle immagini: come funziona il copyright e come ha risposto OpenAI

A quanto pare, dal punto di vista legale, lo Studio Ghibli potrebbe incontrare difficoltà nel fermare OpenAI dall’utilizzare il suo stile. Sebbene le opere specifiche siano protette da copyright, imitare uno stile visivo generale non lo è necessariamente.

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Gli esperti legali sottolineano che le leggi sul copyright sono ancora in fase di adattamento alle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale, rendendo incerto l’esito di eventuali azioni legali.

In risposta alle critiche, OpenAI ha dichiarato di aver adottato un approccio conservativo, impedendo la generazione di immagini nello stile di artisti viventi, ma consentendo stili di studi più ampi come quello dello Studio Ghibli. Nonostante ciò, molti ritengono che questa distinzione sia sfumata e che l’uso dell’IA per replicare stili artistici sollevi comunque questioni etiche e legali.

Quindi, mentre la tecnologia continua a evolversi, è fondamentale affrontare le implicazioni etiche e legali dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte. Il dibattito attuale evidenzia la necessità di trovare assolutamente un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e il rispetto per la creatività umana e i diritti degli artisti.

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