Vediamo insieme come il potere economico si concentra nelle mani di pochi colossi e influenza la concorrenza globale.
Oggi ci troviamo in un mondo dove, in molti settori, sono sempre le solite poche aziende ad avere in mano il potere. Dall’alimentare alla tecnologia, passando per la farmaceutica, spesso sembra che ad avere l’ultima parola siano sempre i soliti nomi. Ma come ci siamo arrivati?

La strada verso questo dominio è fatta di fusioni e acquisizioni. In pratica, aziende già grandi comprano aziende più piccole (o anche loro concorrenti) e consolidano sempre di più la propria presenza. Immagina di avere un negozietto di quartiere: se arriva il “gigante” di turno con un’offerta di acquisto che non puoi rifiutare, finisce che il tuo negozio passa di mano, e di fatto la concorrenza diminuisce. È il classico effetto “mangio il più piccolo”.
In tutto questo, il potere finanziario è determinante. Le multinazionali hanno talmente tanti soldi da poter investire in ricerca, sviluppo, marketing e pubblicità su scala globale. Questo permette loro di vendere sempre di più e rafforzarsi ancora. E quando un’azienda muove tanti soldi, è anche in grado di fare pressione sui governi (attraverso il lobbying) per ottenere regole a proprio favore. Ma andiamo più nel dettaglio.
Le multinazionali più potenti che riescono ad eliminare la concorrenza: ecco perché ci riescono.
Perché poche aziende riescono a tenere il timone di interi settori? Un motivo fondamentale è la globalizzazione. Da un lato, è stata un’opportunità che ha permesso a molte imprese di allargarsi in vari Paesi. Ma chi aveva già un vantaggio competitivo (più soldi, più tecnologie, più infrastrutture) ha sfruttato meglio e prima questa possibilità, diventando ancora più forte.

La digitalizzazione poi ha fatto il resto: oggi i “big player” possono vendere ovunque e raggiungere miliardi di persone con un click. Chi non ha le stesse risorse, fatica a stare al passo.
C’è anche il discorso delle “economie di scala”: più sei grande, più riesci a produrre a costi bassi e a offrire prezzi competitivi. Questo non solo attrae i consumatori, ma rende difficile la vita a chi cerca di entrare nel mercato. Inoltre, se controlli la distribuzione e hai accesso diretto alle materie prime, hai un vantaggio enorme rispetto ai piccoli produttori.
Il risultato è che, in molti settori, ci troviamo di fronte a pochi colossi che dettano legge. È una situazione che ha conseguenze dirette su di noi, che compriamo i loro prodotti, ma anche sui lavoratori e sulle economie locali, costrette spesso a rispettare le condizioni imposte dai grandi gruppi. In sostanza, è un po’ come se il mercato fosse un “club esclusivo” dove solo in pochi entrano e decidono le regole del gioco. E noi, nel bene o nel male, ci troviamo a doverne accettare le condizioni.