Per la fortuna di molti, il bonus mamma si sta estendendo anche i papà. Molti stanno facendo richiesta: ecco come funziona nel dettaglio
In un contesto economico spesso incerto e instabile, i bonus statali si rivelano essere un faro di speranza per molte famiglie italiane, soprattutto per coloro che faticano ad arrivare a fine mese. Questi incentivi, pensati per alleviare le pressioni finanziarie e favorire la crescita e il benessere delle famiglie, stanno diventando sempre più preziosi nel tessuto sociale del Paese.
Tra i bonus più ambiti e gettonati, spicca l’assegno unico per le famiglie con figli a carico. Questo sostegno economico mensile si configura come un aiuto concreto per le famiglie, alleviando il peso delle spese quotidiane legate all’educazione, alla cura e al sostentamento dei propri figli. Per le famiglie meno abbienti, l’assegno unico può fare la differenza tra la semplice sopravvivenza e la possibilità di costruire un futuro migliore per i propri bambini.
Accanto a questo fondamentale supporto, vi sono altri bonus che giocano un ruolo cruciale nel supportare le famiglie italiane. Il bonus asilo nido rappresenta un aiuto prezioso per i genitori che necessitano di un servizio di custodia per i propri figli durante l’orario lavorativo. Grazie a questo incentivo, molte famiglie possono permettersi di accedere a strutture di qualità.
I papà stanno facendo richiesta per il bonus mamme: ecco come funziona
Le domande dei padri per i bonus statali sono state presentate esclusivamente attraverso la piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Si vanno a coinvolgere, quindi i dipendenti pubblici impiegati nel comparto dell’istruzione. Le richieste sono state inviate a NoiPA per l’elaborazione. Dopodiché il sistema degli stipendi del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha automaticamente identificato che i dipendenti di sesso maschile non erano idonei al beneficio.
Ma come è possibile individuare il genere tramite il codice fiscale? Il genere della persona può essere dedotto dal codice fiscale stesso. Per le persone di sesso femminile, la data di nascita è incrementata di 40. Questo significa che NoiPA è stato in grado di individuare facilmente chi non era idoneo basandosi sul decimo carattere del codice fiscale. Questo deve necessariamente cadere tra il numero 4 e il numero 7.
Così, tutte le domande inviate a NoiPA con il decimo carattere inferiore al numero 4 sono state automaticamente scartate. Tuttavia, i benefici del bonus mamma sono così modesti che è improbabile che un sindacato possa dedicare tempo ed energie a un ricorso del genere. Nonostante ciò, un’azione legale è già in corso da parte del sindacato Flc-Cgil. Quest’ultimo ha annunciato il 3 aprile scorso di aver avviato un’azione legale per ottenere il riconoscimento dell’esonero contributivo al 100% anche per le madri con contratto a tempo determinato.
Per le madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato e con almeno due figli, la scadenza per la richiesta è l’8 aprile 2024. Attraverso i suoi legali, il sindacato solleverà la questione di legittimità costituzionale della norma in sede giudiziale.