Il Reddito di inclusione rappresenta un nuovo approccio alla sicurezza: ecco perché si arriva a prendere 500 euro al mese anche se in 4
Il panorama della sicurezza sociale in Italia ha subito un’importante trasformazione con l’introduzione del Reddito di Inclusione (REI), un programma che mira a sostituire il Reddito di Cittadinanza. Questa evoluzione rappresenta un passo significativo nel fornire un sostegno più mirato e personalizzato a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità economica.
Il Reddito di Cittadinanza è stato introdotto con l’obiettivo di contrastare la povertà estrema fornendo un reddito di base a coloro che si trovavano al di sotto della soglia di povertà. Tuttavia, il programma è stato soggetto a critiche per la sua implementazione complessa e percepita inefficacia nel raggiungere gli obiettivi di riduzione della povertà. Il Reddito di Inclusione si propone di affrontare le criticità del suo predecessore attraverso un approccio più focalizzato e integrato. Il programma non si limita a fornire un semplice sostegno finanziario, ma cerca di fornire un supporto completo alle persone e alle famiglie in situazioni di difficoltà economica.
Tuttavia possono sorgere degli imprevisti. In una famiglia composta da 4 persone, infatti, si può prendere poco, anche solo 500 euro. Ma perché? scopriamolo!
Il Reddito di Inclusione: perché 500 euro anche se in 4
Nel dibattito sulla distribuzione del reddito di inclusione, emerge chiaramente la necessità di considerare le differenze nelle necessità finanziarie tra famiglie numerose e singoli. È innegabile che una famiglia composta da più persone richieda un supporto economico più consistente rispetto a un individuo che vive da solo.
Tuttavia, ciò che emerge è che esistono casi in cui famiglie numerose, anche con quattro o più membri, ricevono lo stesso importo di un assegno di inclusione destinato a singoli. Partendo dal presupposto che l’assegno di inclusione preveda un’integrazione al reddito di base di 500 euro, si nota che questa cifra viene erogata anche a singoli beneficiari. Ma ciò che sorprende è che lo stesso importo viene concesso a una famiglia di quattro persone, senza membri invalidi o sotto assistenza dei servizi sociali, con età dei componenti di 61, 59, 25 e 24 anni.
Una riflessione sugli aspetti tecnici del calcolo risulta illuminante. L’assegno di inclusione è destinato esclusivamente a soggetti con età pari o superiore a 60 anni o inferiore ai 18 anni, nonché a individui invalidi o svantaggiati in cura ai servizi sociali, sanitari o assistenziali. Coloro che non rientrano in tali categorie sono considerati occupabili e non ricevono il beneficio. Di conseguenza, la famiglia descritta in precedenza, pur soddisfacendo i requisiti di età e senza ulteriori problemi, riceverebbe l’assegno di inclusione solo per il membro anziano.
Ciò significa che, nonostante la dimensione familiare, il beneficio è erogato solo per un individuo anziano, pari alla cifra concessa a un singolo. Ecco perché, in questo caso, si ricevono 500 euro al mese di assegno di inclusione, poiché il beneficio non considera l’intero nucleo familiare. Per coloro che sono considerati occupabili, vi è la possibilità di richiedere il Supporto Formazione e Lavoro (SFL), un’altra misura che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, questa opzione comporta obblighi e adempimenti specifici, tra cui la partecipazione a corsi di formazione e la partecipazione a programmi personalizzati presso l’agenzia del lavoro, e prevede un importo di 350 euro al mese per ogni componente che aderisce a tali percorsi.
In conclusione, la distribuzione del reddito di inclusione evidenzia l’importanza di considerare attentamente le esigenze specifiche delle famiglie e degli individui, al fine di garantire un sostegno equo e adeguato a tutti i cittadini in situazioni di vulnerabilità economica.