Sai riconoscere chi palesemente ti sta raccontando bugie? Alcuni scienziati hanno messo a punto una tecnica per mettere nel sacco chi è disonesto con voi. Basta seguire tre semplici step
Bugie: praticamente è capitato a tutti di dirne nel corso della vita. Alcune sono innocue e ci aiutano a uscire fuori da situazioni spinose o imbarazzanti.
Chi non ha mai detto a un amico quanto stesse bene con un determinato outfit solo con il proposito di risollevargli il morale? Chi non si è mai giustificato per un ritardo o un’assenza con una scusa? E ancora, chi non ha mai evitato una lite rispondendo in maniera affermativa alla domanda “mi trovi dimagrito/a?”. Ci sono bugie che, però, sono di ben altra natura, dette da persone che costruiscono castelli di menzogne e non possono far altro che vivere nella disonestà emotiva, creando falsi rapporti. Ebbene, quelle sì che fanno male e quando vengono a galla (perché lo fanno sempre, prima o poi) sono un vero macigno per la nostra anima.
Sfortunatamente non c’è modo di determinare con certezza al 100% se qualcuno è onesto o meno con noi. Tuttavia, ci sono alcuni segni evidenti non sono sempre facili da decifrare.
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Il nostro istinto di giudicare i bugiardi è in realtà abbastanza forte. Sono le nostre menti coscienti che a volte ci deludono.
Due psicologi dell’Università di Göteborg, in Svezia, si sono concentrati sullo studio per riconoscere chi non si sta attenendo alla verità. I loro esperimenti hanno portato alla messa a punto di tre tattiche per individuare chi ci sta ingannando.
1. Sottoporre il bugiardo a un forte carico cognitivo
Questa metodologia consiste nell’introduzione di stimoli esterni che renderanno il bugiardo più arduo il compito di “inventare” una storia plausibile. In pratica si tratta di chiedergli di svolgere contemporaneamente un compito secondario che lo distragga, di mantenere il contatto visivo o di aumentare la difficoltà chiedendo di raccontare la versione in ordine cronologico inverso (dalla fine all’inizio). Chi dice la verità non avrà nessun problema a farlo.
2. Incoraggiare l’intervistato a raccontare di più
Coloro che stanno raccontando un fatto realmente accaduto si baseranno su ricordi specifici; quindi, se stimolati, saranno capaci di fornire maggiori informazioni informazioni. Chi mente, invece, dovrà sfare uno sforzo in più e le probabilità di cadere in contraddizione aumenteranno.
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3. Fare domande impreviste
Il bugiardo che si è preparato in anticipo una storia da raccontare è più difficile da smascherare, risulta “preparato”. Ma se gli verranno poste domande a bruciapelo, inaspettate, potrebbe essere colto alla sprovvista e cadere nel tranello.
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